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La Cucinotta, Vassallo e la "Moglie del sarto"

I due attori sono i protagonisti della pellicola diretta da Massimo Scaglione. Lei è Rosetta, una madre pronta a tutto per la figlia, lui è un puparo che alla fine, suo malgrado, diventerà "pupo"

PALERMO. Lei è Rosetta, una donna pronta a rinunciare alla propria identità per la felicità della figlia, attraverso un atto estremo. Lui, Salvatore, è il puparo dell'isola che, più che manovrare i fili delle vite altrui, diventa oggetto di una forza più grande di se stesso. Genero e suocera, agli occhi della gente. Sono Maria Grazia Cucinotta e il palermitano Alessio Vassallo, protagonisti della pellicola per il cinema «La moglie del sarto», diretta da Massimo Scaglione, attualmente in fase di produzione in Calabria. Amore, passione e l'abbattimento del muro del pregiudizio sullo sfondo di un paese fortemente proibizionista.


SIGNORA CUCINOTTA, IL FILM È AMBIENTATO NEGLI ANNI '50. QUANTO C'È DI TRASGRESSIVO NELLA FIGURA CHE INTERPRETA?


«La donna, in genere, è sempre trasgressiva. Basta una semplice carezza, a volte, a suscitare lo scandalo. Il film è una denuncia contro chi pensa che basti un preconcetto per ucciderla».


CHI È ROSETTA?


«È una madre che vuole la felicità della figlia a tutti i costi. Le dona la vita e gliela trasmette. Ma è pronta a sparire quando arriva il momento e sacrificare la sua stessa esistenza».


AVEVA GIÀ AVUTO MODO DI INCONTRARE ALESSIO VASSALLO IN VIOLA DI MARE...


«Devo dire che in 4 anni è diventato grande, nel vero senso della parola. È molto cresciuto come attore. Io lo trovo bravissimo: sa essere super drammatico e farti ammazzare contemporaneamente dalle risate».


QUANTO C'È DELLA SUA SICILIA NELLA CALABRIA DEL FILM?


«Si somigliano tanto. Sono due terre dure, attraversate dalle stesse difficoltà. Ma meravigliosamente belle. Ricordo che da piccola, dalla mia Messina, guardavo sempre la Calabria e mi affascinava moltissimo».


SEMPRE PIÙ SPESSO I REGISTI ITALIANI SCELGONO IL MERIDIONE.


«È un passo fondamentale sia per le maestranze locali che per gli attori che non sono più costretti a fare la valigia ed andarsene, come ho fatto io. Da alcuni anni sto portando avanti un progetto per far diventare la Sicilia polo del cinema mondiale. Attualmente c'è in ballo una coproduzione molto importante tra Sicilia e Cina».


VASSALLO, CHI È IL «SUO» SALVATORE?


«È un puparo che vive una bellissima storia d'amore con Sofia, la figlia di Rosetta, interpretata da Marta Gastini. Stravolgerà la vita delle due donne, nel bene e nel male. Confrontarsi con un mestiere del genere, una vera e propria arte, è stato incredibile».


PUPARO O PUPO?


«Puparo perché ho mosso la vita di madre e figlia. Ma alla fine diventerò pupo: c'è una forza più grande di tutti i personaggi che li manovra come marionette, quella dell'amore».


LA CUCINOTTA HA DETTO CHE È CRESCIUTO MOLTO NEGLI ULTIMI ANNI...


«Lei crede molto in me. C'è stato un grande affiatamento sul set. La stimo perché, oltre ad essere una brava attrice, si è creata uno spazio cinematografico importante in Italia, spaziando dalla regia alla produzione».


DOVE LA VEDREMO PROSSIMAMENTE?


«Inizierò a breve le riprese di Stalker, una commedia per il cinema firmata da Luca Tornatore. E poi da marzo sarò Mimì Augello ne Il giovane Montalbano: sei puntate in prima serata di racconti inediti di Camilleri».

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