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Mika: da piccolo ero dislessico

Rivelazione del cantante: "A 17 anni ho risolto il problema, ma ormai vivevo in un mondo fantastico"

"A scuola non andavo bene perché ero dislessico ma nessuno lo capiva. Sono stato a casa un anno a suonare il piano e studiare canto con un'insegnante russa finché non ho trovato una scuola speciale: invece di scrivere facevo disegni e li univo visualmente con delle frecce, registravo le lezioni e le riascoltavo per memorizzarle. Le canzoni, invece, le scrivevo a orecchio, come faccio ancora ora. A 17 anni ho risolto il problema, ma ormai vivevo in un mondo fantastico". Così si racconta Mika, alias Michael Penniman, autore del fortunato The boy who knew too much in un'intervista esclusiva al mensile MAX in edicola lunedì 4 gennaio.
"A scuola - prosegue Mika - i bulletti mi vessavano tutti i giorni ed erano sempre le ragazze a difendermi. Ma io andavo anche un po' a cercarmele: portavo il farfallino, mi vestivo come Lucky Luke o Astro Boy, i miei eroi dei fumetti, e non mi separavo mai dalla cartella che riempivo di giornalini, disegni e cassette. Alla fine, passavo per uno strano".
Tra le sue passioni collezionare fumetti: "Illustrazioni degli anni Cinquanta, ma anche Peanuts e Mad Magazine: sono la mia piccola perversione. Però non sono uno naf. Prendi il nuovo album. La musica è piena di gioia, ma i testi sono fiabe gotiche. Tipo: Cenerentola si sposa, suo marito la tradisce, divorziano. Lui ha la custodia dei figli, lei perde tutto e torna a fare la cameriera. Storie così, molto pop".

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