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L'Antimafia: il boss Provenzano si nascose pure in un convento a Barcellona Pozzo di Gotto

Bernardo Provenzano il giorno della cattura

È molto più di una suggestione. Ed è tra le carte della relazione finale della Commissione parlamentare antimafia sul caso di Attilio Manca, l’urologo barcellonese “suicidato”. Ci sono tracce abbastanza concrete ma forse non sufficientemente coltivate a suo tempo da magistrati e investigatori sulla presenza in un determinato momento storico di Bernardo Provenzano a Barcellona Pozzo di Gotto. Nascosto in un convento. Con la complicità di un frate, scrive oggi La Gazzetta del Sud.
«Nel 2005 - c’è scritto nella relazione finale dell’Antimafia -, una fonte confidenziale segnalava a personale della Sezione Anticrimine dei Carabinieri di Messina la possibilità che, nei periodi di maggiore pressione degli organi giudiziari nella città di Palermo, il boss latitante Bernardo Provenzano potesse nascondersi nella città di Barcellona Pozzo di Gotto, presso il Convento di S. Antonio da Padova, dove avrebbe potuto contare sull’assistenza di un non meglio indicato frate». I carabinieri del Ros si piazzarono quasi subito nei pressi del convento, e qualcosa trovarono di concreto.

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