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Maturità, si torna all’antico: il ministero invia le nuove regole alle scuole

Il ministero dell’Istruzione ha inviato alle scuole una nota informativa sull’esame di maturità che quest’anno torna alla modalità pre-pandemia e quindi a essere configurato secondo le disposizioni normative del decreto del 2017. Un documento con il quale si forniscono «informazioni sintetiche circa lo svolgimento dell’esame di Stato 2023, che non innovano il quadro normativo ma, più semplicemente, lo richiamano nei suoi caratteri generali, per favorirne la conoscenza in particolare da parte degli studenti e delle loro famiglie». «Possibile eccezione - si legge nel testo - i percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (PCTO), per i quali la pandemia ha determinato difficoltà nello svolgimento delle attività e, in taluni casi, il mancato raggiungimento del target orario previsto. Per tali ragioni potrebbe in seguito venir meno, previa emanazione di specifica norma di legge, il vincolo dello svolgimento delle attività PCTO per l’ammissione all’Esame di Stato 2023. Rimarrà, invece, invariata la previsione dello svolgimento, durante il corrente anno scolastico, delle prove INVALSI, quale requisito di ammissione. Si rammenta a tal proposito che la normativa non prevede connessioni fra risultati delle prove INVALSI ed esiti dell’esame di Stato».

 L’esame sarà costituito da due prove scritte a carattere nazionale e un colloquio. La prima prova scritta accerterà la padronanza della lingua italiana o della diversa lingua nella quale si svolge l’insegnamento, nonchè le capacità espressive, logico-linguistiche e critiche degli studenti. La prima prova sarà comune a tutti gli indirizzi di studio e si svolgerà con modalità identiche in tutti gli istituti, con durata massima di 6 ore. I candidati potranno scegliere tra tipologie e tematiche diverse. Verranno proposte sette tracce, trasversali a tutti gli indirizzi di studio, che potranno fare riferimento agli ambiti artistico, letterario, storico, filosofico, scientifico, tecnologico, economico, sociale. La seconda prova scritta avrà per oggetto una o più discipline caratterizzanti il corso di studio. Con apposito decreto ministeriale saranno individuate, entro il mese di gennaio 2023, le discipline oggetto della seconda prova scritta. Verranno inoltre fornite specifiche disposizioni circa la declinazione di tale prova relativamente ai percorsi dell’istruzione professionale interessati dal recente riordino. E’ prevista una terza prova scritta in alcuni casi particolari (per le sezioni ESABAC, ESABAC techno ad opzione internazionale, per le scuole della Valle d’Aosta, della Provincia autonoma di Bolzano e per le scuole con lingua d’insegnamento slovena). Per quanto riguarda il colloquio orale, il ministero ricorda che si svolgerà in chiave multi e interdisciplinare al fine di valutare la capacità dello studente di cogliere i nessi tra i diversi saperi collegandoli opportunamente tra loro e sarà finalizzato ad accertare il conseguimento del profilo culturale, educativo e professionale. In dettaglio, il richiamato decreto legislativo 62/2017 prevede che: «Il colloquio ha la finalità di accertare il conseguimento del profilo culturale, educativo e professionale della studentessa o dello studente. A tal fine la commissione» quindi «propone al candidato di analizzare testi, documenti, esperienze, progetti, problemi per verificare l’acquisizione dei contenuti e dei metodi propri delle singole discipline, la capacità di utilizzare le conoscenze acquisite e di collegarle per argomentare in maniera critica e personale anche utilizzando la lingua straniera. Nell’ambito del colloquio il candidato espone, mediante una breve relazione e/o un elaborato multimediale, l’esperienza di alternanza scuolalavoro svolta nel percorso di studi». Si tratterà in sostanza di verificare la capacità del candidato di collegare le conoscenze acquisite in una prospettiva pluridisciplinare.

Per quanto riguarda la valenza orientativa del colloquio, il ministero sottolinea: «Nel rinnovato quadro normativo definito dalle Linee guida per l’orientamento - emanate nei giorni scorsi in attuazione della riforma prevista dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) - si colloca anche la valenza orientativa del colloquio dell’esame di Stato che, nella sua dimensione pluridisciplinare, consentirà a ciascun candidato di approfondire aspetti delle aree disciplinari a lui più congeniali. A tal fine, nello svolgimento dei colloqui, la commissione d’esame terrà conto delle informazioni contenute nel Curriculum dello studente (dal quale emergono le esperienze formative del candidato nella scuola e in contesti non formali e informali). Nella parte del colloquio dedicata ai PCTO, inoltre, il candidato potrà evidenziare il significato di tale esperienza in chiave orientativa».

 La valutazione finale si definirà con il riparto dei 100 punti a disposizione della commissione, in questo modo: credito scolastico massimo 40 punti; primo scritto massimo 20 punti; secondo scritto massimo 20 punti; colloquio massimo 20 punti. Il punteggio minimo complessivo per superare l’esame di Stato è di sessanta centesimi. Per quanto riguarda la composizione delle Commissioni, torneranno ad assumere l’ordinario assetto e saranno composte quindi da un presidente esterno all’istituzione scolastica, tre membri interni all’istituzione scolastica e tre membri esterni. La nota, firmata dal capo dipartimento Stefano Versari, si conclude con «l’auspicio» che tale documento informativo «possa facilitare la conoscenza delle modalità generali di svolgimento dell’esame di Stato del secondo ciclo di istruzione 2023, soprattutto da parte di quanti saranno chiamati a sostenerne le prove. L’intento è aiutare a comprendere e razionalizzare il compito che si è chiamati ad affrontare. Fondamentale a questi fini la costruzione di comunità educanti capaci concretamente di accompagnare i nostri giovani in uno dei passaggi scolastici più rilevanti» conclude il documento.

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