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Guerra agli incendi in Sicilia: in azione 10 elicotteri delle forze armate

Guerra agli incendi in Sicilia. Dopo il disastro della scorsa estate anche la Difesa scende in campo a sostegno della Aib-Campagna antincendio boschivo, che durerà fino al 30 settembre. Uno spiegamento di forze con l'obiettivo di scongiurare ulteriori danni dai roghi che un anno fa hanno colpito soprattutto le province di Trapani e Palermo,

Pronti a operare congiuntamente personale e mezzi della Difesa, del Dipartimento di protezione civile e del corpo nazionale dei vigili del fuoco nelle attività di spegnimento di roghi su tutto il territorio nazionale.

In particolare le forze armate italiane parteciperanno agli interventi con 10 elicotteri con relativo equipaggio di volo. Cinque di questi in diversi reggimenti dell’aviazione dell’Esercito: un HH-412A ed un HH-205A a Viterbo, due HH-412A a Cagliari e Lamezia Terme, un UH-90A a Rimini. A questi si aggiunge un AB-212 della Marina militare a Catania, due HH-139 dell’Aeronautica militare a Trapani Birgi e Decimomannu e due NH 500 dell’Arma dei Carabinieri.

Con questi assetti, la Difesa e la protezione civile hanno aumentato, rispetto allo scorso anno, il numero di aeromobili che fanno parte della flotta nazionale resa disponibile per la Campagna Aib. Questa sarà infatti composta da 34 mezzi aerei, 24 dei quali messi a disposizione dal corpo nazionale dei vigili del fuoco (15 canadair, 5 Erickson S64F e altri 4 AB-412), a bordo dei quali opereranno anche piloti delle forze armate.

L'aumento dei mezzi aerei, assieme alle forze di terra, rappresenta anche la risposta a quanto accaduto in Sicilia soprattutto lo scorso anno. L'estate 2021 infatti va ricordata come una delle più disastrose dal punto di vista degli incendi. La Sicilia ha avuto la più alta percentuale di territorio percorso da incendi, nella maggior parte dei casi di natura dolosa che hanno distrutto irreparabilmente moltissime zone dell'isola. A partire da Erice, purtroppo sempre presente quando si parla di roghi, e poi Castellammare, Calatafimi, ma un po' ovunque la provincia di Trapani, a seguire poi il disastro nella zona delle Madonie, con diversi comuni messi in pericolo dalle fiamme e dove per giorni e giorni il fuoco ha devastato vegetazione, zone boschive, terreni coltivati, aziende, bestiame con danni inquantificabili e mettendo a rischio anche la vita delle stesse persone.
In una lettera lo scorso anno il coordinamento Salviamo i boschi, Wwf, Italia Nostra, Legambiente, Lipu e Flai Cgil hanno chiesto “alle massime autorità della Repubblica italiana l’istituzione di sezioni di magistrati inquirenti e nuclei investigativi interforze, specializzati nelle indagini relative al fenomeno degli incendi boschivi e di vegetazione e la costituzione di un coordinamento investigativo tra i vari uffici inquirenti presenti nel territorio della Regione siciliana”.

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