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Il vaccino per i bambini fino a 5 anni: la Pfizer ha chiesto l'autorizzazione

Il vaccino contro il Covid di Pfizer per i bambini dai 6 mesi ai 5 anni potrebbe essere disponibile per la somministrazione negli Stati Uniti già entro la fine di febbraio o gli inizi di marzo. La casa farmaceutica ha infatti annunciato - dopo le indiscrezioni apparse sui media Usa - di aver chiesto l’autorizzazione d’emergenza alla Food and Drug administration (Fda) per il suo vaccino contro il Covid-19 per i bambini più piccoli. In caso di approvazione, si tratterebbe del primo vaccino negli Stati Uniti per questa fascia di età. E proprio tra i bambini da zero e cinque anni sono cresciuti in Italia nelle ultime quattro settimane i ricoveri in area medica e rianimazione, secondo i dati forniti oggi dall’Associazione degli ospedali pediatrici italiani (Aopi) che rilancia l’invito ai genitori a vaccinarsi per proteggere i più piccoli e a vaccinare i bimbi tra i 5 e gli undici anni per i quali il preparato è già stato approvato dall’Agenzia europea del farmaco (Ema) e dall’Aifa italiana. Anche il vaccino Pfizer presentato all’attenzione della Fda seguirà la stessa procedura e se verrà approvato dall’ente statunitense, sarà poi sottoposto agli scienziati dell’Ema e all’ente regolatorio italiano.

Per il preparato ai bambini dai sei mesi ai cinque anni, si è appreso, si userà una dose pari ad un decimo di quelle usate per gli adulti e il ciclo comprenderà in un primo momento due inoculazioni. L’azienda farmaceutica nel frattempo continuerà a studiare l'efficacia di tre dosi dello stesso vaccino poiché, stando a quanto ha riferito una fonte al Washington Post, solo due somministrazioni non avrebbero indotto una risposta immunitaria sufficiente.

«Sappiamo che due dosi non sono abbastanza - ha detto la fonte - ma l’idea è di iniziare l’analisi dei dati sull'uso di due dosi, aspettando i risultati dei test sulla terza dose, in arrivo probabilmente per la fine di marzo».

In Italia intanto, dopo il picco registrato nei giorni intorno all’Epifania, non accenna a scendere il numero di bambini e ragazzi fino a 18 anni ricoverati per Covid in area medica o terapia intensiva. «Speravamo che a fine gennaio la curva cominciasse a calare, invece continuiamo a restare sul plateau con numeri praticamente stabili», spiega il direttore generale dell’Ospedale Meyer di Firenze e presidente Aopi Alberto Zanobini. Nel rilevamento fatto ieri, 31 gennaio, tra bambini e ragazzi risultano 210 ricoverati, di cui 198 in area medica e 12 in rianimazione. Di questi, 113 hanno tra zero e 4 anni, e 97 tra i 5 e i 18 anni. In area intensiva, 10 su 12 sono bambini tra zero e 4 anni. Dei ricoverati in area medica e rianimazione il 74,2% (72 su 97) sono non vaccinati. Il trend dei ricoveri del mese di gennaio elaborato da Aopi mostra la situazione dei ricoveri sostanzialmente invariata per 4 settimane di seguito: al 10 gennaio i ricoverati tra bambini e ragazzi erano 212; il 17 gennaio erano 206; il 24 erano 210; il 32 ancora 210. «I numeri non sono allarmanti perché si mantengono stabili - spiega Zanobini - ma sono comunque rilevanti e sono maggiori rispetto alle precedenti ondate del virus».

«Da settimane stiamo verificando un aumento progressivo dei pazienti ricoverati con Covid. Speriamo di essere arrivati al plateau ed anzi confidiamo che nei prossimi giorni, con l'aumento della percentuale di vaccinati nella fascia pediatrica, possa verificarsi l’attesa diminuzione del numero dei bambini ricoverati, come sta succedendo per gli adulti», ha osservato Alberto Villani, Direttore Emergenza, Accettazione e Pediatria Generale dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma . «Nel frattempo - ha aggiunto - è confermato che la maggior parte dei ricoveri riguarda pazienti non protetti dal vaccino o comunque non proteggibili, perché troppo piccoli. Ed è confermato anche che le forme più impegnative possono riguardare i soggetti con fragilità».

Dal fronte politico, il sottosegretario alla Salute Andrea Costa annuncia che «il vaccino per i bimbi sotto i 5 anni arriverà in primavera», sottolineando: «Purtroppo molti bambini si stanno ammalando di Covid, quindi questo è un tema che dobbiamo affrontare e a cui si deve dare una risposta».

 

 

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