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Omicron cancella 180 treni regionali, 17 in Sicilia: ecco lista e orari delle corse riorganizzate

Sono 180 i treni regionali di Trenitalia, diciassette solo in Sicilia, pari al 3% dell’offerta locale, che saranno cancellati a partire da domani per la riorganizzazione del servizio dovuta alla diffusione dei contagi Omicron, mentre complessivamente - tra cancellazioni e sostituzioni con autobus - saranno 550 le corse interessate, pari al 9% del trasporto regionale.

Lo spiega il gruppo Fs sottolineando che da domani Trenitalia riorganizzerà i collegamenti regionali e le Frecce, con cancellazioni pianificate, «quanto più possibile contenute nei numeri e, soprattutto, mirate alle fasce orarie di minore affluenza».

I TRENI CANCELLATI E RIOGANIZZATI IN SICILIA

La Fit Cisl chiede al Governo un incontro sull'impatto che l’aumento dei contagi può avere sull'occupazione nel settore ferroviario e della gomma.

«Abbiamo preso atto - dice il segretario generale del sindacato, Salvatore Pellecchia - dell’allarme lanciato da Italo Ntv e da alcune aziende di trasporto ferroviario merci e trasporto su gomma, che affermano di avere difficoltà a causa della carenza della domanda di trasporto e del blocco dei sussidi. Abbiamo necessità di capire meglio qual è l’impatto che le aziende prevedono sia sul servizio sia sui livelli occupazionali».

Questi settori, prosegue, «dopo due anni di pandemia sono al limite dell’emergenza, e parliamo sia delle aziende pubbliche sia di quelle private. Le imprese infatti devono fare i conti con il calo della domanda dovuto allo sviluppo dello Smart working e alla crisi del settore turistico dovuta alle restrizioni della circolazione delle persone imposte dal nostro e dagli altri Governi per contrastare la diffusione del Covid, con l’aumento, nel settore ferroviario, di circa il 120% dei costi dell’energia elettrica e con il blocco, a partire dal mese di settembre 2021, dei sussidi atti a finanziare lo sconto sul pedaggio delle tracce ferroviarie, in controtendenza quest’ultimo con le decisioni prese nel resto d’Europa».

La Fit Cisl teme che in assenza di risposte del Governo le aziende scarichino i problemi sul lavoro «Chiediamo un incontro al Mims - conclude - che includa le associazioni datoriali e le aziende in modo da compiere un’inversione a U rispetto alla crisi attuale, individuando soluzioni concrete che garantiscano i livelli di mobilità di persone e merci di cui il Paese ha bisogno, preservando al contempo i livelli occupazionali e il reddito dei lavoratori che, lo ricordiamo, anche durante il periodo di lockdown dovuto alla pandemia non si sono mai fermati e pertanto bisogna parlare di rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro scaduti già da dodici mesi piuttosto che di presunti esuberi».

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