Ha solo un mese il più giovane paziente Covid del Piemonte, tra i più piccoli d’Italia, ricoverato in terapia intensiva. Dal giorno di Natale si trova al Regina Margherita di Torino, trasferito dall’ospedale d Novara, per essere sottoposto a circolazione extracorporea, il cosiddetto Ecmo, tecnica che supporta le funzioni vitali per pazienti con insufficienza cardiaca e circolatoria praticata nella regione soltanto all’ospedale infantile. Le sue condizioni stanno migliorando ma i sanitari mantengono la massima cautela come per ogni altro caso pediatrico.
Finito nel bollettino dell’Unità di crisi regionale sull’andamento dell’epidemia in Piemonte, tra i 49 maschi non vaccinati ricoverati in rianimazione, dove l’altro paziente «più giovane» ha 42 anni, il bimbo è tenuto costantemente sotto controllo dai sanitari del dipartimento di patologia e cura del bambino, diretto dalla professoressa Franca Fagioli.
Risultato positivo al Covid-19 all’ospedale di Novara, dopo un primo trasferimento da quello di Verbania, al bambino sono stati riscontrati anche un altro virus e un batterio. «Un quadro clinico complicato - spiega Fagioli - che deve indurci alla prudenza, anche se stiamo registrando lievi ma continui miglioramenti».
Al momento sono dodici i bambini ricoverati per Covid nel dipartimento diretto da Fagioli, un numero anche sei volte superiore ai dati di settembre che conferma la grande diffusione del virus tra i più giovani di questo periodo. Anche per questa ragione, l’ospedale - d’intesa con le autorità sanitarie regionali - hanno deciso di convertire un intero reparto per i soli pazienti Covid. «Il 20-30 per cento dei contagi riguarda l’area pediatrica - spiega Fagioli - È importante che chi ha la possibilità di vaccinarsi lo faccia, è una tutela per tutta la comunità».
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