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Coronavirus, contagi in calo in Sicilia ma mezza Italia rischia la zona gialla

La pandemia di Coronavirus rialza la testa in Europa e, seppur in maniera contenuta, anche in Italia. La curva dei contagi della penisola è ancora in crescita (+16% nell'ultima settimana), così come i ricoveri in area medica e in terapia intensiva. Numeri che restano però bassi grazie all'impatto della vaccinazione, con l'83% degli over 12 ad aver completato il ciclo e oltre l'86% con la prima dose. Incoraggiante appare la situazione della Sicilia, tra le regioni che negli ultimi giorni mostra buoni segnali.

Covid, il punto sulla Sicilia

L'Isola ha registrato ieri altri 301 contagi ma su un alto numero di tamponi (oltre 21 mila), con un tasso di positività dell'1,4%. I dati mostrano un andamento della curva in controtendenza rispetto al trend nazionale: negli ultimi 7 giorni i casi sono in calo del 5% e la Sicilia è tra le poche regioni a vantare il segno meno davanti alla variazione percentuale. L'incidenza dei casi ogni 100 mila abitanti è di 51,7, lievemente sopra la soglia limite fissata a 50 ma in lieve decrescita rispetto alle scorse settimane e inferiore alle media nazionale che è di 59. In crescita invece il numero di ricoverati in ospedale: 324 quelli in area medica e 43 quelli in terapia intensiva, con una crescita settimanale rispettivamente del 13% e del 30%. La percentuale di occupazione dei reparti resta comunque ancora sotto controllo (8,9% per i ricoveri ordinari e 4,9% in rianimazione), lontana dalle soglie limite fissate per il cambio colore.

Le altre regioni, chi rischia la zona gialla

Al momento tutta Italia resta in zona bianca ma per alcune regioni c'è una piccola spia d'allarme e non è escluso che si possano verificare dei cambi di colore prima di Natale, anche se la frenata della velocità di espansione epidemica lascia sperare in un raggiungimento del picco di contagi già nei prossimi giorni per poi riprendere la discesa. Il passaggio dalla fascia bianca a quella gialla avviene sulla base di tre parametri: incidenza settimanale di nuovi positivi sopra i 50 casi ogni 100 mila abitanti, tasso di occupazione in area medica oltre il 15%, tasso di occupazione in terapia intensiva oltre il 10%. Al momento tutte le regioni hanno il tasso di occupazione in area medica e in terapia intensiva sotto la soglia di rischio. C'è chi però non dorme sonni tranquilli. Il Friuli Venezia Giulia è la regione con i dati peggiori: incidenza dei nuovi casi pari a 165 e occupazione dei posti in terapia intensiva al 9,7%, resta però abbondantemente sotto la soglia critica l'occupazione in area medica (8,6%). Contagi in forte crescita nella provincia autonoma di Bolzano, con 200 casi ogni 100 mila abitanti e occupazione in area medica all'11%. Conforta il dato delle terapie intensive, con soltanto il 3% dei posti letto occupati. Infine la Calabria, con un'incidenza non altissima (55) ma con l'11,6% di occupazione in area medica. Anche in questo caso resta sotto controllo il dato della rianimazione, con un'occupazione inferiore al 5%.

Speranza: vaccino ai bimbi da dicembre e terza dose sotto i 60 anni

Nella lotta al Covid, a sei mesi dalla seconda dose è «opportuno favorire la terza per la platea più larga possibile», afferma il ministro della Salute Roberto Speranza. A vaccinare sotto i 30 anni «ci arriveremo», dice il ministro, per il quale “già somministrare la terza dose sopra i 40 o 50 anni sarebbe un passo importante». Speranza invita ancora una volta alla cautela. Se da un lato in Italia «i numeri dell’epidemia e dei vaccinati sono oggettivamente migliori», bisogna comunque «restare con i piedi per terra, perché in tutta Europa la situazione è seria, l’onda del Covid è ancora alta». La protezione data dai vaccini per il ministro è evidente, e fa l’esempio della Romania che, «con meno di 20 milioni di abitanti e solo il 30% di vaccinati, fa 600 morti al giorno». Con la vaccinazione della fascia 5-11 anni, l’auspicio di Speranza è di partire a «dicembre», ovvero «non appena l’Ema avrà approvato il vaccino e l’Aifa avrà dato il via libera per l’Italia». L’obiettivo è «arrivare al 50%» di copertura vaccinale per i più piccoli. L’inverno si avvicina, e con esso i rischi dello stare al chiuso. «Sarà un Natale come gli altri prima del Covid», dichiara il ministro, «se i reparti ospedalieri tengono». In quel caso non scatteranno misure. «Se invece i ricoveri salgono - precisa - scatteranno le misure nei territori, in base al sistema dei colori». E a chi sta pianificando vacanze all’estero per le festività, il ministro dice: «sono per le vacanze in Italia».

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