Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

La Sicilia prima per over 50 senza vaccino, l'immunità di gregge una chimera

Nell'Isola il 17,7 per cento non ha completato il ciclo, la Puglia è invece la regione più virtuosa. La Fondazione Gimbe lancia l'allarme

Sesto San Giovanni (MI); militari dell’Aeronautica e personale Areu, effettuano vaccini anti-Covid alla sede delle associazioni di piazza Oldrini - 7 settembre 2021 - Foto Alexander Pellegrin/Spf/Ansa

Sono 4,1 milioni gli over 50 (il 15,2 per cento) che non hanno ancora completato il ciclo vaccinale con rilevanti differenze regionali. La Sicilia ha il 17,7 per cento, il dato più alto, al contrario la Puglia, con il 7,1%, ha il dato più basso. Fra i 4,1 milioni di over 50 non ancora completamente vaccinati, 3,16 milioni non hanno ricevuto nemmeno una dose. È quanto emerge dal monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe, secondo la quale in queste condizioni l’immunità di gregge è da considerare «una chimera».

A fronte di un sostanziale appiattimento dei trend di vaccinazione in questa fascia di età, continuano a salire le curve degli under 50, nonostante una flessione di quella 40-49 anni e un iniziale rallentamento di quelle dei 20-29 e 30-39 anni. Rimane invece costante la salita della fascia 12-19 anni, segnale incoraggiante vista l’imminente riapertura delle scuole. Stando a quanto rilevato da Gimbe, nella fascia 12-19 anni, il 40,1 per cento ha completato il ciclo, al 23,1 per cento è stata somministrata la prima dose e il 36,8 non ha ancora ricevuto nemmeno una dose di vaccino.

«A fronte di un dibattito politico e di una comunicazione pubblica che rincorrono percentuali target di copertura vaccinale - afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - è bene ricordare che oggi non esistono i presupposti epidemiologici per conquistare la cosiddetta immunità di gregge, in grado di proteggere i non vaccinati grazie ad un’elevata percentuale di persone non più suscettibili al contagio, perché vaccinate o guarite».

Al momento, spiega peraltro la Fondazione Gimbe, nessun vaccino è approvato per i soggetti sotto i 12 anni compiuti: oltre 5,8 milioni di persone (9,9% della popolazione) tra cui il virus continua a circolare liberamente. I vaccini anti-Covid 19 approvati non sono sterilizzanti, ricorda Gimbe, ovvero non conferiscono un’immunità totale contro il virus e anche chi è vaccinato ha una probabilità, seppure molto più bassa, di infettarsi e trasmettere il virus. Al momento in Italia l’efficacia del vaccino nei confronti dell’infezione si attesta intorno al 78%. L’efficacia dei vaccini nei confronti dell’infezione inizia a ridursi dopo circa 6 mesi dalla conclusione del ciclo vaccinale, in particolare nelle fasce anagrafiche più giovani. Nei Paesi a basso reddito meno del 2% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino: questa disomogeneità nell’accesso ai vaccini contribuisce all’elevata circolazione del virus e all’emergenza di nuove varianti.

«A fronte dell’elevato profilo di efficacia e sicurezza dimostrato dalla somministrazione di oltre 5 miliardi e mezzo di dosi di vaccino in tutto il mondo - conclude Cartabellotta - è inutile inseguire la chimera di una percentuale di popolazione vaccinata in grado di “spegnere” l’interruttore della circolazione virale. L’obiettivo di salute pubblica è quello di vaccinare tutti coloro che non presentano specifiche controindicazioni, al fine sia di una protezione individuale da malattia grave o decesso, in particolare per gli over 50, sia di ridurre al minimo la circolazione virale. Visto che quest’obiettivo è oggi basato su robuste evidenze, spetta alla politica scegliere la strategia con cui raggiungerlo: dal punto di vista scientifico tutte le carte sono in regola per istituire l’obbligo vaccinale».

Caricamento commenti

Commenta la notizia