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Coronavirus, aumentano i ricoveri in Sicilia: verso il giallo dal 23 agosto

Continuano ad aumentare in Sicilia i ricoveri, soprattutto quelli ordinari, e così la Sicilia si avvicina alla zona gialla. La data X ancora non è nota anche se ieri l'assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, ha dichiarato che il passaggio in giallo "è questione di giorni". Attualmente i posti letto in terapia intensiva occupati da pazienti Covid sono al 6,8% mentre quelli in ricovero ordinario al 14,3%. Secondo le nuove disposizioni, si va in giallo se i posti letto in terapia intensiva superano il 10% e quelli ordinari il 15%: la soglia, dunque, per la Sicilia è vicina.

Ma anche se dovesse essere raggiunta entro giovedì, vigilia del giorno in cui si riunisce la cabina di regia che pubblica i dati settimanali, il passaggio nella fascia gialla per la Sicilia avverrebbe solo il 23 agosto. Ciò perchè i dati che vengono elaborati sono quelli della settimana precedente e non di quella attuale per cui l'Isola non aveva ancora superato la soglia del 10% dei posti letto occupati in terapia intensiva e del 15% in ricovero ordinario.

"Questione di giorni" ha comunque voluto precisare ieri l'assessore Razza che prevede, dati alla mano, un andamento destinato a peggiorare "perché in giro per il territorio avremo almeno due milioni di persone in più tra turisti e lavoratori che rientrano per le ferie".

La Sicilia, dunque, è consapevole del cambio di colore e il governo sta preparando un piano studiato dall'assessore alla Salute Ruggero Razza in collaborazione con i nove direttori generali delle Asp che si articola in tre punti: l'aumento dei posti letto in ospedale con circa 400 unità in più, l'utilizzo degli anticorpi monoclonali per le cure domiciliari e l'accelerazione della campagna vaccinale puntando sui luoghi di lavoro.

Finito il "liberi tutti" durato due mesi, ecco che l'Isola si comincia a preparare a scene già viste con restrizioni e ospedali affollati. Questa volta, però, grazie alla campagna vaccinale, le ripercussioni sui cittadini dovrebbero essere minori sia in termini di norme restrittive, salvaguardando così l'economia, che di ospedalizzazioni.

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