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Sud a rischio zona gialla, trema anche la Sicilia. Ipotesi vaccini nelle scuole e terza dose ai fragili

Sempre più regioni al Sud si avvicinano ai parametri da zona gialla e tra queste c'è la Sicilia, che vede crescere ancora il numero dei contagiati. A preoccupare sono i dati dell’ultimo monitoraggio, confrontati con i nuovi parametri assegnati per i vari profili di rischio ai vari territori, che fissano - per restare in zona bianca - al 10% la soglia massima di occupazione dei posti letto nelle terapie intensive e al 15% per i ricoveri ordinari.

Ad avvicinarsi, seppure lentamente, a queste percentuali sono proprio la Sicilia, Calabria e Campania, che hanno un valore di occupazione nelle aree mediche (ovvero nei reparti ordinari) rispettivamente dell’8%, del 6,6%, e del 4,9%. Sicilia e Sardegna ma anche il Lazio hanno un valore di occupazione delle terapie intensive rispettivamente del 4,7%, del 4,2% e del 3,7%. Sicilia e Sardegna sono state inserite tra le regioni rosse «a rischio» dal centro europeo per la prevenzione.

Nel frattempo il Governo, cauto sull'obbligo vaccinale ai prof, valuta l’ipotesi di immunizzare gli studenti over 12 anche negli istituti in vista del ritorno a scuola. «Convinciamo i docenti a vaccinarsi e continuiamo a usare i dispositivi di protezione individuale», auspica il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, che sul green pass annuncia: «dipenderà dalla circolazione del virus e sarà modulabile a seconda dell’andamento del Covid».

Con i ragazzi che invece già aumentano i numeri della campagna, i tecnici del ministero della Salute fanno intanto sapere che una terza dose dovrà sicuramente essere inoculata alle persone più fragili. L’obiettivo in tutto il Paese resta quello di scongiurare chiusure generalizzate nelle regioni almeno in estate con l’arma delle vaccinazioni. «C'è una forte adesione alla campagna vaccinale da parte dei ragazzi ed è un dato molto importante - spiega soddisfatto il direttore generale della Prevenzione, Gianni Rezza - proprio perché «sono loro a trainare di più l'infezione».

E sull'ipotesi di una terza dose aggiunge: «Bisognerà decidere nel giro di un mese. Probabilmente le persone più fragili e immunodepresse l’avranno», ma «c'è indecisione perché non ci sono ancora evidenze forti per poter dire che la faremo a tutti». Inoltre, «le aziende stanno lavorando a vaccini adattati». Le somministrazioni in generale potrebbero essere aperte anche nelle scuole. A tornare su questa ipotesi è il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, che ha portato la sua proposta al Commissario per l’Emergenza Figliuolo.

«Credo che all’interno dei nostri complessi scolastici bisogna prevederlo. Tra l’altro - dice Costa - qualche anno fa nelle nostre scuole già si vaccinava e questo lo si potrebbe fare dal 30 di agosto al 15 settembre». A provvedere alle inoculazioni potrebbero essere infermieri e medici, all’interno delle palestre o in altre strutture degli stessi edifici scolastici. Con l’85% dei prof immunizzati o in attesa del richiamo, resta prudente la posizione del Governo sull'obbligo delle dosi per la categoria: l'ipotesi prevalente è di aspettare ancora almeno fino al 20 agosto (contando di sfondare la quota del 90%) prima di prendere eventuali provvedimenti forti.

E l’Associazione nazionale presidi rilancia: «per quanto riguarda l’obbligo dei dipendenti di vaccinarsi a contatto con l’utenza, questo riguarda tutti: se una persona è a contatto con gli altri deve essere vaccinata». Il Piano Scuola sarà in ogni caso presentato il prossimo 4 agosto alle Regioni e da parte di alcune forze politiche è emersa l’idea di proporre la Dad per i non vaccinati, nel caso in cui uno studente risultasse positivo all’interno di una classe.

Sulla questione immunizzazioni e lavoro, il segretario della Cgil, Maurizio Landini, precisa invece «non è un’azienda che può decidere chi viene licenziato o demansionato senza vaccino» d’altra parte «nel Paese se si pensa di arrivare a una legge perché si decide che c'è necessità di un trattamento sanitario obbligatorio», «serve un provvedimento del Governo. A oggi quel provvedimento è stato fatto solo nel sistema sanitario». Ma c'è anche chi sfida gli scettici con una campagna choc. Il sindaco di Castelnuovo Scrivia ha fatto stampare dei manifesti con i nomi dei morti per Coronavirus in paese, con dedica ai No Vax.

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