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AstraZeneca, l'Aifa ai medici: "Vigilate sui sintomi, legame tra vaccino e trombosi plausibile"

Una dose di vaccino AstraZeneca

I possibili legami tra il vaccino Astrazeneca e le trombosi continua a tenere banco, tanto più dopo i presunti casi riscontrati anche con Johnson e Johnson.

l'Aifa nella 'Nota Informativa Importante' sul vaccino anti-Covid di AstraZeneca VAXZEVRIA, pubblicata a seguito della procedura condotta a livello europeo, mette in guardia gli operatori sanitari che "devono vigilare su segni e sintomi di tromboembolia e/o trombocitopenia e informare di conseguenza i vaccinati".

La Nota aggiorna gli operatori sanitari sui punti emersi dalla valutazione del vaccino. Una relazione causale tra la vaccinazione con Vaxzevria e l'insorgenza di trombosi in combinazione con trombocitopenia, afferma Aifa, è considerata "plausibile".

Intanto, secondo due studi pubblicati dal New England Journal of Medicine e di cui parla il sito del British Medical Journal, una rara risposta immunitaria che assomiglia a sua volta a una rara reazione al farmaco eparina, potrebbe essere alla base dei casi di trombosi che si sono verificati in alcuni dei vaccinati con Astrazeneca.

La prima indagine ha riguardato 11 pazienti di Austria e Germania con un'età media di 36 anni, che hanno sviluppato coaguli di sangue e livelli bassi di piastrine tra 5 e 16 giorni dopo la vaccinazione: tutti i pazienti hanno avuto trombosi, e 6 sono deceduti. In tutti e 11 sono stati rilevati anticorpi anti-eparina (PF4), che normalmente si riscontrano in persone che sviluppano la trombocitopenia (rara reazione al farmaco anticoagulante eparina).
"Se questi anticorpi sono autoanticorpi contro i PF4 indotti dal forte stimolo infiammatorio della vaccinazione, o anticorpi indotti dal vaccino che interagisce con i PF4 e le piastrine richiede ulteriori studi", ha dichiarato Andreas Greinacher dell'Università di Griefswald in Germania, uno degli autori della ricerca, che hanno suggerito che la possibile attivazione dei PF4 potrebbe essere il dna libero nel vaccino.
Il secondo studio, condotto in Norvegia, si è invece basato sull'esame di 5 dipendenti del settore sanitario tra i 32 e i 54 anni di età. Tutti avevano alti livelli di PF4 e nessuna precedente esposizione all'eparina. Quattro hanno avuto un'emorragia cerebrale e 3 hanno perso la vita.
Entrambi i gruppi di ricerca hanno suggerito ai medici che dovrebbero richiedere più frequentemente i test per rilevare la presenza degli anticorpi anti-eparina PF4 in pazienti con sintomi insoliti dopo la vaccinazione. Consigliano inoltre trattamenti con immunoglobulina e fluidificanti del sangue diversi dall'eparina.

In questa fase, precisa l'Agenzia italiana del farmaco, non sono stati identificati fattori di rischio specifici. "La segnalazione di reazioni avverse sospette dopo l'autorizzazione del medicinale è importante, in quanto - si legge nella Nota - consente il monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio di questo e di qualsiasi altro medicinale. Si ricorda, pertanto, agli operatori sanitari di continuare a segnalare le sospette reazioni avverse associate all'uso di Vaxzevria, in conformità con il sistema nazionale di segnalazione spontanea". Questo medicinale, rileva l'Aifa, "è soggetto a monitoraggio addizionale. Ciò consente una rapida identificazione di nuove informazioni sulla sicurezza. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta".

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