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A Palermo boom di contagi allo Sperone e allarme nelle scuole, Musumeci: "Divieti infranti a Pasqua"

Altri 433 nuovi contagi in tutta la provincia di Palermo, da oggi interamente zona rossa. E l'allarme cresce nel capoluogo e soprattutto in alcuni quartieri. Ci sarebbe, infatti, un vero e proprio boom di casi tra gli alunni che frequentano le scuole tra lo Sperone e la stazione centrale nella Seconda Circoscrizione, che tra l'altro gli ultimi report hanno indicato come zona della città col numero più alto di contagi.

Ed ecco che il capogruppo al Comune di Sicilia Futura-Italia Viva, Gianluca Inzerillo, ha sollecitato la chiusura delle scuole con un'esplicita richiesta al sindaco Orlando, il quale ha annunciato che prenderà una decisione dopo un confronto con l’Asp e con il commissario per l’emergenza Covid.

"Norme non rispettate"

I numeri restano dunque alti e lo stesso presidente della Regione Nello Musumeci ha ribadito che la scelta di istituire la zona rossa a Palermo non era rinviabile. "Temo che nei giorni prossimi il dato sui contagi aumenterà ancora di più", ha sottolineato ieri il governatore, ammonendo chi nelle ultime settimane ha ignorato le misure. "Se in zona gialla non manteniamo il rispetto delle regole - ha aggiunto - poco ci vuole e tornare indietro. E oggi stiamo pagando degli effetti della Pasqua e della Pasquetta. Siamo a un tasso di contagi, soprattutto nella Sicilia occidentale, particolarmente alto tanto che ha dovuto indurre i nostri uffici a dichiarare zona rossa prima Palermo e poi nella provincia".

Le proteste

I commercianti, oltre ad alcuni sindaci della provincia, non ci stanno. La giunta di Confesercenti Palermo che ieri si è riunita d'urgenza ha deciso all'unanimità le azioni da intraprendere nei prossimi giorni. "La preoccupazione tra gli imprenditori ha ormai raggiunto livelli molto alti e c'è il rischio di tensioni sociali - è scritto nel documento votato a fine riunione - Il 12 aprile la giunta sarà al fianco degli associati del settore Immagine e benessere che hanno deciso di scendere in piazza davanti alla Regione per manifestare e non si escludono altre iniziative di protesta nei prossimi giorni. Non è più rinviabile aprire un tavolo di confronto se si vogliono evitare conseguenze economiche e sociali devastanti".

Tra i punti del confronto con le istituzioni identificati dalla giunta di Confesercenti Palermo ci sono: chiarezza sui numeri, accelerazione del piano vaccini, ristori immediati e previsione di un 'anno bianco' per i tributi comunali, piano delle riaperture, controlli e multe per chi non rispetta le norme di contenimento del contagio, ridefinizione del piano trasporti urbani per evitare sovraffollamenti".

Anche Confcommercio Palermo studia iniziative per sollecitare la riapertura. Il presidente Patrizia Di Dio convocherà la prossima settimana la giunta provinciale della categoria che delibererà in merito a tutte le iniziative da intraprendere a tutela dei propri associati, che stanno subendo danni catastrofici, e per "riaprire".
"Riaprire deve essere la parola d'ordine - dice la Di Dio -, il primo nostro obiettivo ma con misure davvero utili al contenimento del contagio. Chiediamo un cambio radicale di passo per le misure di contenimento del virus che, così come sono, non solo sono inique perché colpiscono immotivatamente solamente alcune categorie, ma anche illogiche e inutili. Subiamo danni senza motivo, dopo un anno siamo messi addirittura peggio".

Secondo la Di Dio, "l'economia siciliana ha già danni per 10 miliardi. Stimiamo in due miliardi di euro i danni subiti nella sola provincia di Palermo per le restrizioni imposte senza una logica se, come sembrerebbe, basate su dati errati. Il che confermerebbe che i nostri sacrifici sarebbero stati addirittura inutili. E di questo chiederemo conto nelle sedi e nei modi più opportuni".

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