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Aumentano casi e ricoveri per Coronavirus in Sicilia, Gimbe: stretta per evitare il collasso

Tutti gli indicatori, relativamente alla diffusione del Coronavirus in Sicilia, fotografano una situazione pesante. Dal monitoraggio della Fondazione Gimbe di Bologna viene fuori che nella settimana dal 6 al 12 gennaio, nell'Isola, sono in peggioramento - rispetto alla settimana precedente – i dati relativi ai casi attualmente positivi per 100.000 abitanti, all’incremento percentuale dei casi e al rapporto positivi/casi testati. Sotto soglia di saturazione gli indicatori relativi ai posti letto in area medica e terapia intensiva occupati da pazienti Covid-19.

Secondo la Fondazione presieduta da Nino Cartabellotta serve un’immediata e rigorosa stretta per evitare un anno di difficile convivenza con il virus, con ospedali ciclicamente al limite del collasso, continue strette e allentamenti e un aumento inesorabile dei decessi.

Un trend, quello siciliano, in linea con l'andamento dei dati a livello nazionale. Il report nazionale di Gimbe conferma nella settimana 6-12 gennaio 2021, rispetto alla precedente, l’incremento dei nuovi casi (121.644 contro 114.132) a fronte di un lieve calo del rapporto positivi/casi testati (29,5% vs 30,4%). Stabili i casi attualmente positivi (570.040 vs 569.161) e, sul fronte ospedaliero, lieve risalita dei ricoverati con sintomi (23.712 vs 23.395) e delle terapie intensive (2.636 vs 2.569); ancora in aumento i decessi (3.490 vs 3.300).

 

In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:

- Decessi: 3.490 (+5,8%)
- Terapia intensiva: +67 (+2,6%)
- Ricoverati con sintomi: +317 (+3,4%)
- Nuovi casi: 121.644 (+6,6%)
- Casi attualmente positivi: +879 (+0,2%)
- Casi testati +36.433 (+9,7%)
- Tamponi totali: +89.492 (+10%)

«I dati – afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – confermano la lenta risalita dei nuovi casi settimanali (figura 1) e, sul versante ospedaliero, il costante aumento di ricoveri e terapie intensive (figura 2), dove l’occupazione da parte di pazienti COVID supera in 10 Regioni la soglia del 40% in area medica e quella del 30% delle terapie intensiva (tabella)».


«A quasi un anno dallo scoppio della pandemia nel nostro Paese – dichiara Cartabellotta – non possiamo più permetterci di inseguire affannosamente il virus. Considerato che le prossime settimane saranno cruciali per il controllo della pandemia nell’intero 2021, sulla base delle migliori evidenze scientifiche, la Fondazione Gimbe sta elaborando una proposta per la gestione 2021 della pandemia, integrata con le certezze/incertezze del piano vaccinale».

Le linee generali del piano prevedono la continua valutazione di cinque variabili che condizionano il controllo della pandemia:

- Circolazione del SARS-CoV-2, in termini di incidenza di nuovi casi per 100.000 abitanti.
- Impatto della COVID-19, sia sul sovraccarico dei servizi sanitari, sia sulla prognosi della malattia (aggravamenti, decessi), sia sulla riduzione dell’assistenza per pazienti non COVID-19.
- Aderenza della popolazione alle misure individuali: distanziamento sociale, utilizzo della mascherina, igiene delle mani, aerazione degli ambienti chiusi, etc.
- Copertura vaccinale, fortemente condizionata da approvazione e disponibilità dei vaccini. Al momento gli accordi con Pfizer-BioNTech e Moderna garantiscono all’Italia 102,3 milioni di dosi, ma le tempistiche di consegna sono certe solo per circa 37 milioni di dosi (10 entro marzo, 12,8 entro giugno e 14,8 entro settembre), a cui si aggiungerebbero ulteriori 40,3 milioni di dosi del vaccino AstraZeneca entro giugno in caso di positiva valutazione dell’EMA, attesa per il 29 gennaio.

«Nel primo trimestre 2021 – spiega Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari di Gimbe – con una copertura vaccinale minima ci si attende un’elevata circolazione del SARS-CoV-2 (con preoccupanti incertezze sulle nuove varianti) ed elevato impatto della COVID-19 sui servizi sanitari. Di conseguenza, per centrare l’obiettivo di eliminazione del virus, è indispensabile attuare rapidamente la strategia soppressiva, al fine di ridurre in modo rilevante i casi attualmente positivi e appiattire la curva epidemica». In questo modo, con l’arrivo della bella stagione e il progressivo aumento delle coperture vaccinali, la minore circolazione del SARS-CoV-2 permetterebbe durante i mesi estivi la ripresa di un’efficiente attività di tracciamento per raggiungere l’obiettivo della progressiva eliminazione.

«Le dichiarazioni del ministro Speranza alle Camere – conclude Cartabellotta – lasciano intuire che per il 2021 si intende perseguire una strategia di mitigazione puntando sui massimi risultati di copertura vaccinale e confidando nella massima efficacia del vaccino. Se a questo aggiungiamo tutte le incertezze che la crisi di Governo comporta il quadro è davvero inquietante: in assenza di una immediata e rigorosa stretta, ci attende un anno di difficile convivenza con il virus, con ospedali ciclicamente al limite del collasso, continui tira e molla sull’apertura di scuole e attività produttive e un aumento inesorabile dei decessi».

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