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L'arma del plasma iperimmune contro il Covid: ecco chi può donare senza rischi

Non c'è solo il vaccino. Un'arma contro il Covid è anche il plasma iperimmune. Gli ospedali siciliani si sono organizzati per raccoglierne il più possibile grazie alle donazioni di volontari che hanno superato il Coronavirus.

In sostanza, un paziente guarito con una concentrazione di anticorpi molto alta, può donare il suo plasma con cui può aiutare gli altri a superare soprattutto la fase critica dovuta alla grave insufficienza respiratoria.

In una intervista di Anna Cane sul Giornale di Sicilia in edicola, il direttore dell’Unità operativa complessa di Medicina trasfusionale dell’azienda Villa Sofia-Cervello Aurelio Maggio assicura che non ci sono controindicazioni per il donatore.

Cos’è il plasma iperimmune? "Il sangue - spiega Aurelio Maggio - si distingue in parte corpuscolata che sono i globuli rossi e una parte liquida che è il plasma. Quest’ultimo contiene i nostri anticorpi presso germi come batteri e virus. Nel paziente guarito da Coronavirus noi possiamo trovare un certo quantitativo di anticorpi contro il virus. Quantitativo che può cambiare, può essere basso, medio o elevato. Per plasma iperimmune si intende quel plasma che contiene quel quantitativo di anticorpi elevato. Serve a poter trattare i pazienti contagiati dal virus con insufficienza respiratoria di grado intermedio o medio severo e aiutarli a superare la fase critica della malattia".

La donazione consiste in un prelievo di sangue. Per farlo serve la certezza della guarigione, ovvero la negatività a due tamponi molecolari a distanza di almeno 72 ore. Ma non solo: il donatore non deve essere cardiopatico, avere la pressione in regola, dunque deve avere una buona condizione clinica.

In Sicilia aumentano i centri trasfusionali autorizzati alla raccolta del plasma: sono il Policlinico Vittorio Emanuele e l’Arnas Garibaldi di Catania, il Policlinico di Palermo, il Papardo di Messina e le Asp di Ragusa, Trapani e Caltanissetta. A Palermo da ieri c'è anche l’azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello, mentre a breve anche l’Asp di Enna potrà svolgere il servizio.

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