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Coronavirus in Sicilia, 141 morti in 7 giorni e i contagi non si fermano: ora due settimane decisive

Il centro di Palermo ieri pomeriggio

Forse tra nemmeno troppo tempo chi dice che sia stata un’ingiustizia inserire la Sicilia in “zona arancione”, il livello diciamo “intermedio” di rischio nel Dpcm del Governo contro l’epidemia di coronavirus,  si troverà al contrario a ringraziare quella decisione. Sempre che funzioni, ovviamente.

A chi dice che i numeri poi non siano poi così brutti, c’è un dato che dovrebbe far riflettere e che colpisce come un pugno allo stomaco, forse per la prima volta così duramente, nel corso di questa terribile epidemia: dal 31 ottobre a ieri, i morti in Sicilia per Covid-19 sono stati 141, una cifra che non può lasciare indifferenti, al netto di tutte le discussioni alle quali abbiamo assistito in questi mesi, cioè che i decessi siano in realtà “con” Covid e non “per” Covid, secondo molti in fondo causa secondaria. Fatto sta che per la prima volta si è superata (e di molto) quota 100 in una settimana, visto che il record (toccato sette giorni fa) era stato di 85. Purtroppo spazzato via.

E a proposito di record: cancellato con un colpo di spugna anche quello dei contagi settimanali, ben 8140 (30168 dall’inizio della pandemia) dal 31 ottobre a ieri, quando la settimana scorsa i nuovi casi erano stati 5556, con una percentuali di crescita che torna a superare il 50% (52% per l’esattezza), quando domenica scorsa era scesa del 25%.

Per rendersi conto di quanto sia violenta questa seconda ondata, prima di ottobre, la settimana peggiore per crescita dei casi era stata l’ultima di marzo con 861: adesso si superano, e di molto, in 24 ore. Ovvio, si fanno tamponi 15 volte tanto di quanto se facevano 8 mesi fa (62000 negli ultimi 7 giorni, anche questo numero mai raggiunto prima) e si intercettano molti, molti più asintomatici (oltre il 90%), ma i contagi ci sono comunque e individuarli sarà anche un merito, ma non risolve completamente il problema né può essere una notizia troppo positiva.

Non ottime notizie anche per quanto riguarda le terapie intensive, con 47 pazienti in più (da 122 a 169), 15 in più rispetto al 31 ottobre: qui la crescita, per fortuna, non è né esponenziale né marcata, ma costante. A sorpresa invece scende il numero dei ricoveri ordinari, “soltanto” 199 rispetto ai 360 dei precedenti sette giorni. Tantissimi, per fortuna, anche i guariti: 1974 nell’ultima settimana, 8788 in totale.

Numeri insomma che ancora non lasciano vedere nessun tipo di luce in fondo al tunnel, e che rendono la situazione sicuramente difficile, visto e considerato che ancora ci aspettano quattro mesi e mezzo, tra la fine dell'autunno e il pieno dell'inverno. Chiaro che si entra in due settimane decisive, per capire come andrà il proseguo dell'epidemia: con comportamenti virtuosi e un po' di fortuna, le misure potrebbero anche allentarsi (ci sarà un check poco prima del 20 novembre), altrimenti al contrario potrebbero addirittura spalancarsi le porte della "zona rossa", cosa che in questo momento dovrebbe essere esclusa ma come abbiamo visto (Calabria insegna) le situazioni cambiano davvero rapidamente. E non sempre in meglio.

Tuttavia, almeno in giro per Palermo, il cuore del problema sembra continuare in gran parte a sfuggire, visto che le strade sono sempre piene di gente, così come i negozi. Nulla di vietato, ci mancherebbe, ma è il rischio che si corre se ci si affida quasi esclusivamente al buon senso dei cittadini e a condotte "fortemente consigliate".

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