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Coronavirus, in Sicilia contagi alle stelle ma niente impennata di casi gravi: ecco i numeri dell'epidemia

Ormai da giorni la Sicilia, come tutto il resto d'Italia, sta vivendo una vera escalation di casi da coronavirus, toccando due giorni fa 578 contagi in 24 ore. Per capire la portata della cosa, fino a nemmeno due settimane fa la punta più alta mai toccata in un giorno era 179.

L'obiettivo di tutti, ovvio, è tenere bassi i contagi e cercare di individuare per tempo asintomatici e malati ed isolarli dal resto per non mandare in sovraccarico la rete ospedaliera. E in questo ultimo punto, è vero, la Sicilia non è messa male come molte altre regioni, anche se in varie città i pronti soccorso sono già sovraccarichi. Per quanto riguarda i reparti e la terapia intensiva, anche lì c'è pressione ma non ancora a livello di guardia, l'allarme rosso insomma. Perchè se da un  lato i contagi schizzano, i reparti per fortuna non si riempiono alla stessa velocità. Anzi.

Guardiamo i numeri dell'ultima settimana, ancora da record. In Sicilia ci sono stati 2747 casi di coronavirus, dal 10 al 17 ottobre, mai così tanti: per intenderci il precedente limite era 1401 dal 3 al 10 ottobre, cifra praticamente raddoppiata. D'altro canto, i ricoveri sono stati 118 in più rispetto alla rilevazione di sabato scorso, e ora sono 540 in tutto (61 in terapia intensiva). Dunque, se i contagi sono aumentati del 96% in sette giorni, i ricoveri sono cresciuti "solo" del 3,3% e le terapie intensive dello 0,95%, dati più o meno stabili con le precedenti rilevazioni. In più, la Sicilia non è considerata, fino ad ora, tra le regioni a rischio per un semplicissimo motivo: la soglia limite del 30% di capienza delle intensive è (per fortuna) ancora lontana.

Il decreto legge n. 34 del 19 maggio della Regione è intervenuto sulla Rete ospedaliera in emergenza Covid adottata dal governo regionale. Sono complessivamente 1.070  i nuovi posti letto approntati per l'emergenza: circa duecento nelle terapie intensive – che sono passate così dai 529, previsti dalla rete ospedaliera varata dal decreto assessoriale 22/2019, ai 720 del nuovo provvedimento – e altri 350 di terapia sub-intensiva, di cui la metà potrà essere immediatamente convertita in cure intensive in caso di necessità a causa della pandemia.

Ma di questi posti letto quanti ne sono stati attivati? Ancora non è del tutto chiaro, ma fatto sta che ci sono. Stando ai numeri, i reparti non dovrebbero minimamente soffrire e non dovrebbero essere certo pieni, ma come detto qualche voce (soprattutto da parte di addetti ai lavori e sindacati) che questo non corrisponda alla realtà c'è. Se questi posti già ci sono, come ha ricordato ieri il commissario straordinario all'emergenza Arcuri, sarebbe anche il caso di non perdere altro tempo per renderli operative.

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