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Coronavirus: numeri in grande aumento, si fa avanti l'idea del coprifuoco alle 22

Persone indossano mascherine protettive all'esterno dell'ospedale Papa Giovanni XXIII durante l'emergenza Coronavirus a Bergamo

Il Comitato tecnico scientifico consiglia al governo misure più restrittive in breve tempo che superino l’attuale Dpcm, anche in vista del weekend. "Alla luce dei nuovi dati emersi e della nuova fase servono misure più stringenti per far fronte al progressivo aumento dei contagi", chiedono ambienti del Comitato Tecnico Scientifico. Tra le ipotesi, quella di un 'coprifuoco' e la Didattica a distanza almeno per le scuole superiori.

Intanto, il Pd ha chiesto un vertice da tenere il prima possibile per valutare nuove, eventuali misure restrittive. La richiesta è arrivata sul tavolo del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, dal ministro per i Beni e le Attività Culturali, nonchè capo delegazione del Partito Democratico, Dario Franceschini. Il premier è impegnato oggi con il Consiglio Europeo e il vertice potrebbe tenersi al suo rientro a Roma, già questa notte. Conte, infatti, volerà da Bruxelles a Lamezia Terme per i funerali del presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, e poi ha spostato alle 20 l'impegno a Genova. Il vertice potrebbe tenersi al suo rientro a Roma o a notte fonda o domani.

Il Cdm potrebbe valutare un nuovo provvedimento per imporre a bar, ristoranti e altri pubblici esercizi di abbassare le saracinesche alle 21 o alle 22, con controlli rafforzati e multe per chi non rispetta le regole. Nel provvedimento potrebbero esserci anche chiusure di esercizi commerciali non indispensabili e dad per scuole superiori.

Fra i dem al governo viene osservata con crescente preoccupazione la curva dei contagi ma sull'ipotesi di un 'coprifuoco' alle 22 in tutto il paese per limitare gli assembramenti, la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa, intervenendo a RaiNews24 stamattina, aveva voluto precisare che "in questo momento a me non risulta, ma non significa che non possa essere uno dei punti della discussione tra ministro, presidente del Consiglio e ministro degli Interni".

Secondo Zampa i provvedimenti di chiusura devono essere proporzionati. "Certamente per molte persone l'allarme va dato perché così ne derivano comportamenti virtuosi. Io ritengo che i comportamenti devono essere ispirati alla razionalità, abbiamo anche l'esigenza di convivere con il virus, non creare uno stato in cui diventa tutto impossibile, questo produce grandi danni, anche alla salute".

I numeri di questi giorni secondo Zampa sono diversi da quelli di marzo. "Questi numeri vanno letti in percentuale sul numero dei tamponi, altrimenti si rischia di consegnare un allarme eccessivo - ha spiegato - la percentuale di positivi sui tamponi è poco superiore al giorno prima, anche se il numero di casi è cresciuto".

"Data la situazione molto grave di circolazione del virus, abbiamo indicato chiusure mirate nelle regioni con altissima circolazione del Sars-Cov2 finalizzate a consentire lo svolgimento delle attività scolastiche e produttive. Le chiusure, nelle zone dove l'indice di contagio è superiore a 1, dovranno riguardare punti di aggregazione come circoli, palestre, ed esercizi commerciali non essenziali. Mentre lo smart working dovrebbe diventare la forma ordinaria di lavoro in tutto il Paese. Punto cruciale è la sicurezza nei mezzi di trasporto pubblico e il loro rafforzamento", dice Walter Ricciardi, consigliere del ministro della salute per l'emergenza Covid e ordinario di Igiene generale e applicata alla Facoltà di medicina della Cattolica di Roma. Dagli ultimi dati contenuti nel report del ministero della salute-Iss, solo due regioni hanno Rt sotto 1.

Ricciardi ha anche evidenziato le difficoltà delle Asl nel tracciare i contagi: "Le asl non sono più in grado di tracciare i contagi, quindi la strategia di contenimento del virus non sta funzionando. Questo è dovuto a due fenomeni in atto in molte regioni: il mancato o ritardato rafforzamento dei Dipartimenti di prevenzione (basso numero di medici igienisti a disposizione) e ai migliaia di focolai in atto. La situazione è molto grave, le regioni stanno andando verso la perdita del controllo dei contagi".

Intanto, Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e componente del Comitato tecnico scientifico (Cts), in un’intervista al Corriere della sera, ha dichiarato che al momneto non vi sono "elementi che possano indirizzarci a prevedere un prossimo, nuovo lockdown, tantomeno un lockdown da realizzarsi in un tempo così definito, ma ancora relativamente lontano, quale le festività natalizie".

Siamo ancora in tempo per invertire la marcia - rileva Locatelli - "certamente in tempo, ma dipende da come i singoli cittadini e, insieme, come Paese, siamo disposti a fare, perché questo possa avvenire. È quindi fondamentale che tutti, nessuno escluso, facciano quanto è nelle proprie possibilità per limitare la diffusione del virus. Non ci possiamo proprio più permettere deviazioni dalle buone regole".

Le sei persone a cena è "la cosiddetta 'regola del 6' non è una legge ma una raccomandazione che - sottolinea -, pur in assenza di un’indiscutibile evidenza scientifica, è fondata su un principio ispiratore improntato a massima precauzione e strettamente connesso alla logica di evitare assembramenti in luoghi chiusi".

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