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Caos e polemiche, tutti i dubbi sulla riapertura delle scuole. Uno studio: pochi rischi fino a 14 anni

Più contagi con la riapertura delle scuole. Va messo in conto secondo il Comitato tecnico scientifico. Il ritorno tra i banchi potrebbe produrre "un lieve incremento dell'indice di trasmissione del contagio: ce lo aspettiamo, come sta avvenendo all'estero", ha detto il coordinatore del Cts, Agostino Miozzo che però ha sottolineato "l'assoluta necessità di riaprire la scuola. Ci dobbiamo anche preparare a probabili chiusure, dobbiamo fare i conti con la realtà".

Ma le Regioni sono divise sull'apertura già il 14 settembre. Alcuni governatori vorrebbero spostarla al 24 settembre - mentre per altri, come Vincenzo De Luca "nelle attuali condizioni non è possibile riaprire". Scettico anche il governatore dell'Abruzzo Marco Marsilio, secondo il quale sui protocolli per la riapertura delle scuole "siamo in alto, altissimo mare. C'è una marea di nodi da sciogliere".

Il capo del Cts alla Camera ha chiarito la posizione del Comitato tecnico scientifico, ovvero che tutti gli studenti dovranno indossare la mascherina sui mezzi pubblici e che una volta in classe per i bambini dai 0 ai 6 anni non ci sarà necessità di portarla mentre dovranno indossarla gli educatori della scuola dell'infanzia. Il Cts ribadisce poi che i bambini sopra i 6 anni in classe, seduti, se c'è il distanziamento superiore al metro, possono toglierla. Va indossata quando si muovono e deve essere tolta nel momento del pranzo e quando fanno attività sportiva. Dalle medie in poi c'è obbligo di indossare la mascherina se non c'è adeguato distanziamento. Altrimenti si può togliere. Miozzo ha precisato che per gli alunni vanno benissimo anche quelle di stoffa.

Oggi, intanto, la Conferenza Unificata convocata dal ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia ha approvato all'unanimità il documento elaborato dall'Istituto superiore di sanità sulla gestione di casi di contagio nelle scuole. Alla seduta odierna hanno partecipato i ministri Speranza e Azzolina, il capo della protezione civile Borrelli e il presidente dell'Iss Brusaferro. Presenti il presidente della Conferenza delle Regioni Bonaccini, dell'Anci Decaro, dell'Upi De Pascale e tra i presidenti delle Regioni Toma, Bardi e Fontana.

Il ministero degli Affari regionali, inoltre, sarà al lavoro nel weekend con le Regioni e gli Enti locali, ministero delle Infrastrutture e Comitato tecnico scientifico per chiudere le linee guida condivise sulla sicurezza sanitaria nel trasporto pubblico locale. Lunedì 31 è prevista una Conferenza Unificata straordinaria sul tema.

LO STUDIO. A rassicurare le famiglie e gli scettici della riapertura c'è intanto uno studio condotto nel Regno Unito e pubblicato oggi sul prestigioso British Medical Journal (Bmj). Gli autori della ricerca incoraggiano apertamente le famiglie a far tornare in classe i figli.

Lo studio, il più ampio realizzato finora al mondo in materia, indica come il pericolo d'un ricovero in ospedale vada considerato "minimo", quello della terapia intensiva "ancora minore" e lo spettro di conseguenze letali addirittura infinitesimale sia tra i più piccoli, sia tra i ragazzi fra i 10 e i 14 anni: incluse fra categorie potenzialmente più esposte per condizioni fisiche o sociali svantaggiose come i bambini obesi o quelli di comunità etniche maggiormente colpite secondo le statistiche dall'infezione (neri e asiatici), ha sottolineato il professor Calum Sample, docente di epidemiologia pediatrica all'Università di Liverpool.

Sui casi presi in esame di contagio minorile da Covid-19 in Inghilterra, Scozia e Galles sono stati registrati non più di 6 esiti fatali, tutti riguardanti bambini con gravi patologie pregresse associate. Per questo - ha commentato Sample - i genitori "devono essere fiduciosi che rimandare i figli a scuola non significa esporli a un pericolo diretto"; mentre proprio tenerli ulteriormente a casa "vorrebbe dire, come sappiamo, danneggiarli e privarli di opportunità educative, con possibili conseguenze anche sulla loro salute mentale".
Analogo il messaggio di Olivia Swann, ricercatore di malattie infettive infantili all'Università di Edimburgo e prima firmataria del lavoro affidato al Bmj, secondo la quale "il rischio assoluto d'essere ricoverati in ospedale per Covid" è statisticamente davvero "minimo" per qualsiasi bambino.
"Nulla - ha osservato Swann - è mai del tutto privo di pericolo. Ma io, come madre, come medico dei bambini e come ricercatrice, trovo i numeri di questo studio estremamente rassicuranti. E spero lo siano anche per tutti i genitori del Regno Unito".

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