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Coronavirus, niente discoteche al chiuso e tamponi a tutti i migranti: la stretta di Musumeci contro l'aumento dei contagi

Stretta su discoteche e migranti per contrastare l'aumento dei contagi da coronavirus. È quanto prevedono due articoli della nuova ordinanza firmata dal presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, a seguito della pubblicazione dell’ultimo decreto del presidente del Consiglio dei ministri.

Nel dettaglio il documento sottolinea l'intensificazione dei controlli e l'obbligo di ingressi limitati nei locali e negli esercizi pubblici, con sanzioni fino al massimo previsto per i trasgressori. Ma anche il divieto, nelle discoteche e negli esercizi pubblici similari, di eventi al chiuso. Mentre per quelli all’aperto si fa riferimento alle linee guida recepite dal Dpcm e predisposte dalla Conferenza delle Regioni, individuando i principi di distanziamento, obbligo della mascherina e riduzione della capienza massima per garantire il distanziamento previsto nelle aree destinate al ballo.

L'ordinanza si concentra però sull'emergenza migranti: niente tendopoli per ospitare i migranti e in caso di altre strutture individuate dal governo centrale la necessaria e preventiva idoneità della locale Asp. La dura misura - dice la Regione siciliana- tiene conto dell’elevata incidenza dei soggetti positivi al Coronavirus tra le persone sbarcate nel territorio siciliano che è determinata, in larga parte, dalla promiscuità dei luoghi di partenza e di accoglienza, con l’effetto di un rapporto proporzionale assai superiore alla media regionale tra il numero complessivo dei soggetti interessati e quelli risultati positivi.

Nelle more dell’eventuale sottoscrizione di un protocollo di sicurezza sanitaria tra il ministero dell’Interno e la presidenza della Regione Siciliana, chiesto più volte dallo stesso governatore, nell’ordinanza appena emanata viene disposto l'obbligo del tampone su ogni migrante sbarcato.

E’ prevista inoltre un’adeguata profilassi sanitaria con visita medica di tutti i soggetti interessati. Il divieto di allestire o utilizzare tensostrutture è determinato dai frequenti e deprecabili episodi quotidiani di fuga dei migranti e dalla pericolosa promiscuità che si determina fra gli stessi ospiti, con gli assembramenti. I luoghi destinati alla quarantena dei migranti, invece, saranno definiti solo dopo il parere dell’autorità sanitaria che dovrà verificare la conformità dei siti alle regole di prevenzione del contagio e distanziamento interpersonale

 

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