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Coronavirus, a marzo gli esperti chiesero chiusure differenziate ma il governo decise per il lockdown

Il lockdown per tutta la Nazione per contrastare l'epidemia del coronavirus fu una decisione del Governo e del premier Giuseppe Conte, mentre il Comitato Tecnico Scientifico aveva chiesto una distinzione. Nel verbale del 7 marzo 2020 il Cts istituito con un’ordinanza del capo dipartimento della Protezione Civile del 3 febbraio proponeva di «definire due livelli di misure di contenimento da applicarsi: uno nei territori in cui si è osservata ad oggi maggiore diffusione del virus, l’altro, sull'intero territorio nazionale». «Il Comitato - si legge nel documento pubblicato sul sito della Fondazione Luigi Einaudi - propone quindi di rivedere la distinzione tra c.d. «zone rosse» (gli undici comuni di cui al Dpcm 1 marzo 2020) e «zone gialle» (Regioni Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, nonchè le province di Pesaro Urbino e Savona).

«Il Comitato tecnico scientifico individua pertanto -scrivono gli esperti scientifici - le zone cui applicare misure di contenimento della diffusione del virus più rigorose rispetto a quelle da applicarsi nell’intero territorio nazionale, nelle seguenti: Regione Lombardia e province di Parma, Piacenza rimini, Reggio Emilia e Modena; Pesaro Urbino; Venezia, Padova e Treviso, Alessandria e Asti».

Per quanto riguarda i provvedimenti da adottare per contenere la pandemia su tutto il territorio nazionale il Comitato tecnico scientifico sottolinea nel documento del 7 marzo 2020 che «confermando l’utilità di tutte le misure di carattere nazionale già individuate dal Dpcm del 4 marzo 2020, individua, inoltre, ulteriori misure di contenimento del virus da applicarsi», tra queste si suggerisce: «apertura al pubblico dei musei ed altri istituti e luoghi della cultura a condizione che assicurino modalità di fruizione contingentata tali da evitare assembramenti di persone; svolgimento delle attività di ristorazione e bar con obbligo di far rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro; sospensione delle attività di pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse, sale bingo e discoteche; divieto assoluto di mobilità dalla propria abitazione o dimora per i soggetti sottoposti alla misura della quarantena; limitazioni della mobilità ai casi strettamente necessari; sospesi i servizi educati per l’infanzia e attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado; sospensione delle attività svolte dai tribunali; apertura luoghi di culto condizionata all’adozione di misure volte a evitare assembramenti; raccomandato presso tutti gli esercizi commerciali l’accesso con modalità contingentate e misure volte a evitare assembramenti».

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