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Coronavirus, Capua: "La seconda ondata la facciamo noi"

A causare un'eventuale seconda ondata di coronavirus potremo essere soltanto noi. Lo ha detto a SkyTg24 la virologa Ilaria Capua.

«Il virus non ha le ali e la pandemia la facciamo noi. Il virus si diffonde attraverso le persone che lo trasportano. La seconda ondata la facciamo noi e non la fa il virus da solo, quindi dobbiamo essere assolutamente consapevoli che è soltanto attraverso le nostre azioni che possiamo lasciare una spazio minimo al virus, perchè non potrà essere eradicato, ma uno spazio nel quale non fa danni».

«Lo abbiamo già visto - ha spiegato - perchè questo virus circola in Italia da metà dicembre quindi da metà dicembre a metà febbraio è circolato sotto traccia senza dare troppi fastidi, questo è possibile».

A proposito dei focolai spiega: «Se sono focolai asintomatici e soltanto di infezione sono indicazione di quello che sta accadendo. Il dato da tenere sotto occhio è il numero di ricoveri in terapia intensiva che è calato perchè abbiamo capito come si può combattere questo virus e come si può rallentare la sua circolazione».

«Il numero delle infezioni - ha proseguito - è un numero che molto probabilmente è una sottostima, perchè non tutti gli infetti vengono tamponati, ma è un numero che non ci deve preoccupare. Credo che gli italiani abbiano imparato che certe categorie siano più a rischio di altre e queste dobbiamo proteggerle. Mi piacerebbe - ha concluso la virologa - vedere meno attenzione a questi numeri che sono delle piccole granularità rispetto a quello che succede nel resto del mondo. Guardiamo il fenomeno nella sua interezza».

«Credo che sia chiaro a tutti - ha proseguito Capua - che questa infezione non andrà via e rimarrà per noi con un pò di tempo. Abbiamo imparato a gestirla, a riconoscerla e a curarla e conosciamo questo nemico che era un nemico sconosciuto fino a sei mesi fa. Adesso lo conosciamo ancora meglio e quindi siamo pronti per tirare fuori il nostro armamentario di conoscenza e di buon senso. Dobbiamo evitare di cadere negli stessi errori, io sono ottimista perchè in Italia ho visto che vi è una sensibilità importante delle persone a contribuire a risolvere il problema. La grande sfida è trovare un modo di essere parte della soluzione e non parte del problema, questo può avvenire solo se lavoriamo tutti insieme applicando le misure essenziali per rallentare il contagio, perchè non ci dimentichiamo che non abbiamo azzerato la curva ma la abbiamo appiattita e questo significa che il virus circola molto meno ma continua a circolare».

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