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Coronavirus, i contagi dal Bangladesh preoccupano l'Italia: allerta in Sicilia dopo tre casi

La situazione è esplosiva e nessuno ha difficoltà ad ammetterlo. A costo di forzare la mano, come non era stato fatto con chi tornava o veniva dalla Cina, a gennaio e agli inizi di febbraio, prima dello scoppio dell'epidemia di coronavirus. I positivi in arrivo dal Bangladesh in Italia preoccupano, eccome.

Non solo Roma, ma anche il resto d'Italia. Dopotutto, anche in Sicilia c'è stato un campanello d'allarme, con tre bengalesi positivi a Ragusa. Hanno fatto scalo a Roma e poi sono arrivati in pullman. Nell'Isola, secondo i dati Istat, ufficialmente si trovano circa 9000 bengalesi, in aumento del 10% rispetto al 2018.

Oggi c'è stato un altro momento di tensione a Roma, quando 125 passeggeri bengalesi giunti all’aeroporto di Fiumicino con un volo di linea da Doha in Qatar non sono stati fatti sbarcare. Ripartiranno per Doha con lo stesso aereo. I restanti passeggeri, di altre nazionalità - si apprende ancora -saranno sottoposti ai tamponi presso il Terminal 5, lontano dagli altri terminal.

Al momento sono 77 i passeggeri positivi al coronavirus arrivati a Roma dal Paese asiatico con voli autorizzati dell'Enac. Un dato in aumento considerando i 36 positivi rilevati all'aeroporto di Fiumicino nella giornata del 6 luglio. Secondo le autorità, però, i positivi bengalesi, solo nella Capitale, potrebbero essere anche 600. Molti non si riescono a trovare, altri non seguono le indicazioni ufficiali.

"Nel nostro Paese la situazione legata ai contagi è un disastro, non ci sono cure mediche e la gente sta cercando di scappare con ogni mezzo" ha spiegato all'AdnKronos Mohamed Taifur Rahman Shah, presidente del'associazione ItalBangla. nel paese asiatico i contagiati ufficiali sono 138mila, ma si stima che sia un calcolo decisamente per difetto.

Come detto, la reazione italiana è stata immediata. Quando ha saputo che solo sul volo Dacca-Roma atterrato ieri a Fiumicino i positivi al Coronavirus erano già 21, prima ancora che terminassero tutti i test il ministro Roberto Speranza ha detto basta: stop agli aerei dal Bangladesh, almeno per una settimana, almeno finché non si troverà un modo più sicuro per gestire le misure di sicurezza per gli arrivi extra Schengen ed extra Ue. «La quarantena per chi viene da Paesi extra Ue ed extra Schengen - ha detto il ministro della Salute - è già prevista ed è confermata. Ma dopo tutti i sacrifici fatti non possiamo permetterci di importare contagi dall’estero. Meglio continuare a seguire la linea della massima prudenza».

Speranza lo dice chiaramente: la goccia che l’ha spinto a bloccare gli aerei dal Bangladesh, d’intesa con la Farnesina di Luigi Di Maio, è stato il volo di lunedì. Quello con 276 persone a bordo che l’assessore laziale alla Sanità Alessio D’Amato ha definito senza troppi complimenti «una vera e propria bomba virale che abbiamo disinnescato con tempestività», spiega, attraverso l’ordinanza firmata ieri dal governatore Nicola Zingaretti.  Il timore delle autorità sanitarie è che il contagio si espanda sul territorio laziale, diffondendosi in particolare nella numerosa comunità bengalese che risiede nella Capitale, ma il rischio sussiste anche per le altre Regioni.

Intanto il bengalese di 42 anni risultato positivo al coronavirus, dopo aver effettuato il tampone a Ragusa, è stato ricoverato nel reparto di malattie infettive dell’ospedale San Marco di Catania.

Le sue condizioni si sono aggravate ed è stato necessario il ricovero. La moglie e la figlia invece, anche loro positive al virus ma asintomatiche, sono in isolamento domiciliare, nell’ambito della quarantena obbligatoria, nella loro casa di Marina di Ragusa.

La famiglia bengalese era arrivata nel capoluogo ibleo negli ultimi giorni di giugno, al ritorno dal Bangladesh, ed aveva fatto scalo prima a Roma e poi a Catania. Successivamente i tre erano arrivati a Marina di Ragusa in pullman dal capoluogo etneo.

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