Il settore turistico-alberghiero a Palermo lancia un nuovo allarme a pochi giorni dalla riapertura tra le regioni: la ripartenza dopo il lockdown per il Covid-19 è una strada tutta in salita, e il comparto chiede ancora una volta alle istituzioni misure ad hoc, specie dopo alcune scelte del governo. Tra queste, lo stanziamento di tre miliardi per Alitalia: "Le compagnie low cost non vengono considerate - dice Marco Mineo, presidente di Assohotel di Confesercenti Palermo - ma rappresentano ormai il 50 per cento del traffico aereo di corto raggio e una parte significativa di quello a lungo raggio: sono quelle scelte dalla gran parte dei viaggiatori per gli spostamenti nella nostra nazione". A fare discutere, in particolare, sono due articoli inseriti nel decreto 'Rilancio', il 198 e il 203, che obbligano le compagnie ad adottare il contratto nazionale collettivo di Alitalia e ad avere un certificato di operatore aereo italiano per accedere agli aiuti per l'emergenza Covid. L'assessore regionale al Turismo, Manlio Messina, è intervenuto sui social anticipando che chiederà al premier Conte la cancellazione dei due articoli e sottolineando che "creano un danno inenarrabile per tutta l'Italia, ma soprattutto per la Sicilia". "Infatti - prosegue Mineo - vengono escluse del tutto le low cost e destinazioni come Palermo ne escono fortemente danneggiate". Compagnie che hanno deciso di fare fronte comune con la costituzione della nuova Associazione italiana compagnie aeree low fares (Aicalf). Il comparto non si era ancora dotato di una propria associazione datoriale e Ryanair, Easyjet, Blu Air, Volotea e Vueling hanno messo in piedi l’Aicalf il 12 maggio, proprio a pochi giorni dalla approvazione del decreto. "In conclusione, da queste prime scelte, alcune destinazioni pagano le conseguenze più care - sottolinea il presidente di Assohotel - e nonostante gli sforzi profusi negli ultimi anni, di questo passo si farà sempre più fatica a consolidare e rafforzare il posizionamento del nostro territorio nel panorama turistico nazionale e non. Le idee e le proposte che le associazioni di categoria cercano di portare avanti sembrano cadere nel vuoto, in particolar modo preoccupano le logiche di alcune decisioni prese rivolte all'immediato senza nessun programma a medio e lungo termine. La nostra speranza - conclude Mineo - continua ad essere quella di essere ascoltati per contribuire, soprattutto in questa fase delicata, alla creazione e allo sviluppo di una prospettiva diversa che possa portare ad un rilancio dell'intero settore evitando che oltre all’emergenza sanitaria si debba fare i conti con una crisi economica senza precedenti".