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Il boss di Brancaccio Graviano non risponde al processo sulla 'Ndrangheta

Il boss e stragista di cosa nostra Giuseppe Graviano

Giuseppe Graviano, ex capo mandamento di Cosa nostra nel quartiere palermitano di Brancaccio, ha comunicato di rinunciare al suo esame dinanzi al Tribunale di Reggio Calabria nel processo 'Ndrangheta stragista'.

Graviano è imputato con il capobastone della 'ndrangheta di Melicucco Rocco Santo Filippone, per il duplice omicidio dei carabinieri Antonino Fava e Vincenzo Garofalo, assassinati nel gennaio del 1994 mentre pattugliavano l'autostrada Salerno-Reggio Calabria, nei pressi dello svincolo di Scilla.

«Il mio assistito - ha detto in aula il difensore di Graviano, l’avv. Giuseppe Aloisio - intende rinunciare all’esame delle parti non per timore di affrontare le domande che gli sarebbero poste, ma poiché molte delle sue risposte già date precedentemente, tra cui la natura del legame di alcuni collaboratori di giustizia con alcuni imprenditori, l’omicidio del padre e il ruolo di Totuccio Contorno, l’omicidio dell’agente Agostino, e su altre vicende accadute a Palermo negli anni '90, manca la volontà di riscontrarle e sono rimaste lettera morta».

Nell’udienza di oggi, il procuratore aggiunto distrettuale Giuseppe Lombardo ha interrogato per oltre due ore il pentito Diego Zappia, elemento emergente della 'ndrangheta di Oppido Mamertino, che alla cerimonia della sua iniziazione - ha riferito in videoconferenza - aveva avuto attribuita come 'copiatà, una sorta di lasciapassare identitario da far valere con altri ndranghetisti, la triade dei boss Paviglianiti - Filippone - Stillitano, in rappresentanza dei tre mandamenti di cui si compone la struttura organizzativa della 'ndrangheta in provincia di Reggio Calabria: Ionica, Tirrenica e Città capoluogo. Zappia, che era camuffato e ripreso di spalle, ha riferito di avere conosciuto Rocco Santo Filippone, personaggio legato ai Piromalli di Gioia Tauro, in un periodo di comune detenzione.

«Ricordo - ha detto - che Filippone si appoggiava ad una stampella per camminare e tutti si avvicinavano per dargli aiuto ed assisterlo perché molto rispettato». Zappia, già condannato a 15 anni di reclusione per avere partecipato - insieme a Nicola Figliuzzi, anch’egli pentito - all’omicidio del boss emergente di Gallico Giuseppe Canale. Il processo 'Ndrangheta stragista» proseguirà la prossima settimana con l’escussione del pentito catanese Giuseppe Di Giacomo sui rapporti tra 'ndrangheta e cosa nostra. Il procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo ha già preannunciato alla Corte d’assise che impiegherà almeno cinque giorni per illustrare le tesi dell’accusa e le sue richieste.

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