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Coronavirus in Sicilia, contagi in lieve calo ma picco di decessi: 11 in più di ieri

In Sicilia si registra un leggero calo di casi positivi al coronavirus: oggi si registrano 78 contagiati in più, meno rispetto a ieri quando la crescita è stata di +88. Sono 76 le vittime dall'inizio dell'emergenza, 11 in più. Dato, questo, purtroppo in lieve aumento rispetto a ieri, quando si registravano +8 morti. È questo il quadro riepilogativo della situazione nell’Isola, così come comunicato dalla Regione Siciliana all'Unità di crisi nazionale.

Dall'inizio dei controlli, i tamponi effettuati sono stati 14.758. Di questi sono risultati positivi 1.555 (+95 rispetto a ieri), mentre, attualmente, sono ancora contagiate 1.408 persone (+78).

Sono ricoverati 559 pazienti (+37 rispetto a ieri), di cui 75 in terapia intensiva (+4), mentre 849 (+41) sono in isolamento domiciliare. Aumentano i guariti: 71. Numero che fa ben sperare.  A Catania, è salito a 10 il numero di persone guarite da Covid-19 nel reparto di Malattie infettive nell’ospedale Garibaldi-Nesima. Gli ultimi due sono uomini di 58 e di 62 anni. Pronti per le dimissioni dal 'Covid hospital' di Partinico, nel Palermitano, altri 5 pazienti, tra i quali un’anziana di 92 anni, che si trovava nella residenza sanitaria assistita di Villafrati, dove si è registrato un focolaio. Gli altri 4 pazienti sono una coppia, un altro proveniente da Sciacca e uno da Bagheria.

Questa la situazione dei casi di coronavirus riscontrati nelle varie province siciliane: Agrigento, 86 (1 ricoverati, 2 guariti e 1 deceduto); Caltanissetta, 63 (19, 3, 4); Catania, 405 (142, 16, 27); Enna, 183 (120, 1, 11); Messina, 280 (128, 8, 17); Palermo, 229 (81, 17, 7); Ragusa, 30 (8, 3, 2); Siracusa, 62 (34, 21, 6); Trapani, 70 (26, 0, 1).

Tra le vittime, è morto oggi all'ospedale Cervello di Palermo un 65enne di Balestrate. L’uomo, risultato positivo al Covid-19, si trovava da due settimane ricoverato nel reparto Rianimazione. Le sue condizioni, a causa anche di patologie pregresse, si sono aggravate ed è sopraggiunto il decesso.

Un'altra anziana di 92 anni ospite della Rsa di Villafrati, dove è stato riscontrato un focolaio, è morta al Covid Hospital di Partinico. E' la quarta persona positiva ospite della Residenza sanitaria assistenziale che muore.

Nel messinese, sono morte due anziane. Si tratta di una donna di 89 anni, con patologie pregresse, deceduta presso il Policlinico «G. Martino» di Messina per insufficienza cardiorespiratoria. La paziente era risultata positiva al Covid-19. Lo riferisce lo stesso Policlinico. L'altro decesso - aggiunge - si è verificato presso l’ospedale «Cutroni Zodda» di Barcellona Pozzo di Gotto, dove è morta una donna di 92 anni, pure lei con patologie pregresse e positiva al Covid-19.

AUMENTANO I PAZIENTI DIMESSI DALLE RIANIMAZIONI. "Nell'ultima settimana la rete delle Terapie intensive (Rianimazioni) attivate in Sicilia, per il trattamento dei pazienti affetti da Covid-19 che sono andati incontro a grave insufficienza respiratoria e ventilazione controllata con intubazione, registra il recupero della funzione ventilatoria autonoma in una percentuale che oscilla dal 20 al 40 per cento dei pazienti ammessi - fa sapere il Comitato tecnico scientifico istituto dalla Regione Siciliana per l'emergenza Coronavirus -. Si tratta di una percentuale variabile in rapporto alla severità del quadro di esordio e alla fragilità dei pazienti (leggi età avanzata, patologie concomitanti)".

"Tale dato - sottolineano gli esperti - fa ben sperare perché è in linea con i migliori dati nazionali di recupero di tali gravissime forme di insufficienza respiratoria e conferma che un trattamento nei tempi giusti e con risorse disponibili, che in queste ore si sta registrando grazie al contenimento e all’isolamento messo in atto sul territorio regionale, può permettere risultati in termini di salute pubblica altrimenti non raggiungibili".

Il Comitato specifica inoltre che "i pazienti dimessi dalle terapie intensive, ovviamente,.non rientrano ancora nel novero dei guariti, ma le loro condizioni di salute, seppur ancora precarie, fanno ben sperare. Il contenimento della pandemia e lo “stare a casa” stanno permettendo una adeguata e corretta assistenza nelle nostre Terapie intensive, ma invitiamo tutti a non abbassare la guardia e continuare a rispettare le regole".

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