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Coronavirus e privacy, Bernardi: "Sì ad iniziative straordinarie ma solo per un breve periodo"

Per la lotta al coronavirus via libera all’impiego dei droni per il monitoraggio degli spostamenti dei cittadini sul territorio comunale fino al 3 aprile. L’appello fatto alle startup dalla protezione civile per la creazione di una app per geolocalizzare i positivi al Covid19 preoccupano in ambito privacy.

Il perché lo spiega il presidente di Federprivacy Nicola Bernardi: “Queste iniziative senza dubbio possono ledere il diritto alla privacy dei cittadini italiani, tuttavia è importante precisare il modo in cui vengono utilizzate queste tecnologie. Il GDPR (regolamento generale protezione dei dati) prevede che in situazioni d’emergenza, come quello che sta attraversando oggi il nostro paese, può essere derogato il medesimo regolamento".

Dunque deve presentarsi il principio di necessità e non solo, perché quest’ultimo deve essere accompagnato dalla proporzionalità dell’impiego delle due iniziative . “Faccio un esempio pratico – dice Nicola Bernardi – se questo controllo fosse solo per monitorare la situazione generale, la necessità in questo caso non si presenta. Se invece il perimetro viene concentrato solo sulle persone contagiate o solo su alcune zone di interesse, qui si presenta il principio di necessità e si possono utilizzare sia i droni che la app – ancora da creare – per la geolocalizzazione”.

Il problema dell’annuncio durante la ormai consueta conferenza stampa della protezione civile è che non è stato fatto da un esperto o da un gruppo di esperti, inoltre le startup che svilupperanno l’applicazione dovranno essere accompagnate da un gruppo di esperti nel settore informatico. Il presidente di Federprivacy chiarisce questo aspetto: “Per annunciare le iniziative si è appena accennato di privacy perché molte volte è vista come un ostacolo e ciò non è affatto vero. Il diritto alla privacy è una tutela perché impedisce di fare un danno ancor peggiore rispetto alla violazione dello stesso, come l’appropriazione di dati e quant’altro".

La vera domanda è: questi accessori sono necessari? Bisogna anche ricordare che il diritto alla privacy prevede l’informativa e il consenso, quando viene fatto un trattamento dei dati bisogna informare con trasparenza e l’interessato deve avere la possibilità di dire si o no, nel caso della geolocalizzazione e dell’utilizzo dei droni, attraverso un comportamento.

Il presidente Bernardi ha concluso dicendo: “Sono due iniziative generali ma bisogna rispettare i principi appena trattati, ovvero la necessità e la proporzionalità. Quindi qualora dovesse procedersi, la privacy dei cittadini potrà essere accantonata solo per un determinato periodo di tempo e con il supporto degli esperti, senza l’ausilio di essi potranno accadere degli incidenti poco gradevoli".

Basti pensare a cosa possa succedere nel caso in cui migliaia di nominativi vadano a finire nelle mani di persone poco affidabili, ad esempio in seguito ad un attacco hacker. Purtroppo la preoccupazione è data dal fatto che in Italia non sembra che tutti i siti web della pubblica amministrazione, come risulta da uno studio condotto da Federprivacy, rispettino i protocolli di sicurezza adeguati.

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