I controlli dell'esercito in città. Una parte dei militari in servizio in Sicilia sarà subito impiegata nelle pattuglie di vigilanza urbana e nei punti di arrivo dei passeggeri. L'ha assicurato il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, in un colloquio con il governatore Nello Musumeci, secondo quanto riferisce una nota della presidenza della Regione Sicilia. Il governatore dell’Isola aveva avanzato un’ulteriore richiesta formale, in tal senso, al capo del Viminale, allarmato dalla crescita del tasso di contagio che da alcuni giorni si registra in Sicilia. «Sul piano sanitario la situazione è sotto controllo, ma stiamo preparandoci al peggio: è probabile che l’escalation dell’epidemia possa arrivare alla fine di marzo o ai primi di aprile. Ci stiamo attrezzando con nuovi posti di terapia intensiva, ne abbiamo 411 ma ne stiamo creando altri 200 e abbiamo mobilitato le strutture private», aveva detto questa mattina Musumeci. La stessa Lamorgese ha annunciato che ci saranno nuovi divieti se non ci sarà responsabilità. "Sono giorni cruciali per contenere la diffusione dell'epidemia - avverte Lamorgese - ora, ancora di più, ognuno di noi, nessuno escluso, deve impegnarsi perché questa emergenza sanitaria possa essere superata". Il ministro ha richiamato tutti al senso di responsabilità: "Restate in casa - ha detto -, uscite soltanto se c'è una stretta necessità di farlo. Tra l'11 e il 17 marzo le forze di polizia hanno controllato più di un milione di persone e quasi 50mila sono state le denunce per la mancata osservanza delle disposizioni. Con il crescente numero di contagi e con la drammatica esposizione al virus soprattutto del personale sanitario, il Paese gioca una partita che deve essere vinta a tutti i costi". NUOVA STRETTA. Aumenta, intanto, il pressing delle Regioni, Lombardia in testa, non solo di prolungare le misure per contenere il contagio da Coronavirus, come appare ormai certo, ma anche di introdurne di più restrittive. E il tema è stato affrontato, a quanto si apprende, nella videoconferenza di questa mattina tra il premier Giuseppe Conte, i commissari all'emergenza e i ministri Speranza, Di Maio, Guerini e Boccia. Di un nuovo dpcm con una stretta alle disposizioni già adottate, dal divieto di sport all'aperto alla chiusura di altre attività commerciali, il governo discute in queste ore. A favore di regole ancor più stringenti sarebbero ministri come Speranza e Spadafora. Ma non è detto che la scelta arrivi oggi. La riunione è servita inoltre a discutere delle problematiche più spinose: la gestione degli ospedali, il difficile reperimento di materiale sanitario, la necessità di permettere a chi è all'estero di tornare a casa. Quanto agli ospedali, ieri l'esecutivo ha proposto alle Regioni di inviare un centinaio di medici a supporto dei colleghi lombardi: "Stiamo aiutando tutti quelli che possiamo", assicura un ministro.