Il caso di un lavoratore contagiato dal Covid-19 nello stabilimento palermitano di Fincantieri fa salire l’allarme tra i lavoratori metalmeccanici. I sindacati unitariamente hanno chiesto subito un incontro alla responsabile del personale dello stabilimento palermitano, «per conoscere l’entità della possibile diffusione e le iniziative che l’azienda sta mettendo in campo a salvaguardia della salute di tutti i lavoratori di Fincantieri e delle aziende dell’indotto».
In tutte le aziende metalmeccaniche si attuano le misure di sicurezza, con piani di lavoro a distanza, smart working e telelavoro, turnazioni, interventi solo per le emergenze e richiesta di ammortizzatori sociali.
«Abbiamo chiesto a tutte le aziende di applicare il protocollo d’intesa raggiunto con Cgil, Cisl e Uil per la sicurezza dei luoghi di lavoro e abbiamo segnalato in una nota a Confindustria che le aziende devono rigorosamente applicare il protocollo. In caso contrario - dichiarano per la Fiom Cgil Palermo il segretario generale Angela Biondi e i segretari Francesco Foti e Rosario Tomaselli - come Fiom avvieremo azioni di sciopero e di denuncia di comportamenti omissivi Queste decisioni sono state prese in stretto raccordo con le Rsu di tutte le aziende, a tutela di tutte le strutture e di tutti i lavoratori».
Nella serata di ieri Fincantieri è venuta a conoscenza, tramite un’informativa del responsabile di un’impresa d’appalto che opera all’interno del proprio stabilimento di Palermo, che un proprio dipendente è risultato positivo al test Covid-19. La direzione di stabilimento, in stretto raccordo con le strutture competenti del territorio, ha immediatamente posto in essere quanto previsto dalle procedure di emergenza appositamente predisposte da Fincantieri per questo tipo di eventualità. E’ quanto si legge in una nota di Fincantieri
Individuate le persone che risultano essere state a più stretto contatto con il lavoratore segnalato, che ha operato in cantiere dal 9 al 12 marzo 2020, le stesse sono state invitate a rimanere presso il proprio domicilio. Il loro rientro sarà possibile una volta trascorso il periodo di 14 giorni come previsto dalle indicazioni delle Autorità Sanitarie, aggiunge la nota. Sono state individuate le aree operative, le aree di servizio e le attrezzature da lavoro sulle quali intervenire con procedure mirate di sanificazione, provvedendo contestualmente alla loro segregazione temporanea. Tali interventi, unitamente a quelli precedentemente posti in essere dall’Azienda, non in ultimo la chiusura totale di tutti i suoi stabilimenti in Italia dal 16 al 29 marzo 2020, sono volti alla gestione, alla prevenzione e al contenimento di eventuali casi e rientrano in un più ampio piano di azioni di cui è stata data costante e trasparente informativa, ai lavoratori e ai loro rappresentanti, conclude la nota.
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