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Coronavirus, riaprono le scuole italiane ma lezioni sospese nelle regioni cluster

Il premier Giuseppe Conte nella sede della Protezione Civile

Le scuole italiane si avviano alla riapertura. Lezioni sospese, fino all'otto marzo, nelle tre regioni cluster, ossia Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, le più colpite dall'emergenza coronavirus. È quanto emerge dalle fonti di governo che hanno partecipato alla riunione alla Protezione Civile.

"Abbiamo adesso concluso la riunione, domani mattina pubblicheremo il nuovo Dpcm in pieno raccordo con le valutazioni dei governatori. C'è un clima di grande collaborazione", ha detto il premier Giuseppe Conte uscendo dalla Protezione Civile.

"In questo momento è riunito il comitato tecnico, non mi fare anticipare nulla ma per quanto riguarda le regioni interessate adotteremo misure di prudenza che si distingueranno dalle altre". Oltre ad un secondo decreto "lavoriamo a un terzo intervento ancora più organico, ancora più complessivo, siamo consapevoli che l'Italia necessita di una grande spinta economica. Vogliamo creare una forte spinta semplificatrice e una grande accelerazione degli investimenti".

Riguardo all'impatto economico dell'emergenza coronavirus il presidente Conte ha ricordato ai governatori regionali collegati in videoconferenza che già ieri sera il Cdm ha approvato misure per le situazioni più critiche, come ad esempio la previsione della cassa integrazione ordinaria e in deroga. "Ma non ci accontenteremo", ha aggiunto Conte, ricordando che il Governo stava già lavorando, prima dell'emergenza coronavirus, "a una terapia d'urto, a un complessivo provvedimento di rilancio del Paese". "Non ci fermiamo qui", ha ribadito.

Le perdite economiche, secondo il Ref Ricerche che quantizza la perdita di Pil tra i 9 ed i 27 miliardi, si riflettono sulla diminuzione del pil italiano compresa tra -1% e -3% nel primo e secondo trimestre 2020. Nella stima viene considerato l'impatto nelle regioni italiane analizzando i singoli settori e Lombardia e Veneto, le regioni più interessate dall'emergenza, spiega il Ref, contano per il 31% del pil italiano.

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