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Messinese uccide il fratello a Novara: "Non ho trovato il coraggio di suicidarmi"

Rosario Saporito voleva farla finita, ma non ha trovato il coraggio di utilizzare contro di sé l'arma con cui ha ucciso a Trecate il fratello Daniele. E' stato l’uomo, che si è costituito, a raccontarlo ai carabinieri di Novara e al pm Silvia Baglivo che ieri sera lo hanno interrogato a lungo.

Saporito, 40 anni di Messina, ha ucciso il fratello a colpi di pistola, prima è scappato e poi si è costituito. Il caso ha avuto una soluzione in poche ore nella caserma dei carabinieri che ospita il Comando provinciale di Novara. L'uomo era ricercato dall'ora di pranzo quando, al culmine di un litigio, ha sparato al fratello Daniele, di quattro anni più giovane di lui.

Durante la fuga gli inquirenti hanno temuto che volesse recarsi a casa dell’ex, una donna residente in provincia di Pavia. «C'era il rischio che, dopo aver ucciso il fratello - raccontano gli investigatori - volesse prendersela
con lei». Le indagini hanno confermato che è la gelosia il movente del delitto. Rosario Saporito accusa infatti il fratello, residente in Sardegna, della causa della fine della sua storia con quella donna. Una vera e propria ossessione, a cui Daniele voleva porre fine.

Dopo aver sparato al fratello, Saporito è fuggito dal luogo del delitto, a bordo della sua Hyundai, portando con sé l'arma con il quale avrebbe ammazzato il fratello. Le ricerche erano state portate avanti sia in Piemonte sia in Lombardia. La vittima faceva il pizzaiolo e da poco si era separato dalla moglie. Aveva due bambini ancora in tenera età. Da alcuni mesi i fratelli erano tornati a vivere sotto lo stesso tetto.

I carabinieri indagano ora sulla premeditazione del delitto. E stanno cercando di stabilire la provenienza dell’arma, una 9x21 Parabellum modificata, senza matricola. La pistola è stata inviata ai Ris di Parma perché venga analizzata.

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