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La crisi delle carceri siciliane, in 6 mesi duemila "eventi critici"

"Quando abbiamo scritto provocatoriamente che le carceri siciliane erano una discarica sociale, non sbagliavamo, infatti i dati che abbiamo raccolto confermano che nessun parametro dell’articolo 27 della costituzione in questo momento viene rispettato e solo al grande sacrificio della Polizia penitenziaria evita che il sistema crolli ovunque". Lo dice il segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria Sicilia, Gioacchino Veneziano, consegnando un dossier riguardante le attuali condizioni delle carceri siciliane. La Polizia penitenziaria, spiega, in questi sei mesi dell’anno, ha gestito oltre 2.100 eventi critici tra cui atti di autolesionismo, manifestazioni di protesta collettive e singole, colluttazioni, tentati suicidi, tentativi di evasioni, ferimenti ed altro. "Ma a oggi - accusa il sindacalista - al netto della parole, il ministro Bonafede e il capo del Dipartimento e tutti gli organismi nazionale e regionali non stanno facendo nulla per evitare il peggio".

Tra le proposte quella di accelerare un piano di assunzioni di personale straordinario, "perché quello sbandierato contiene solo i numeri per il turn-over, quindi oggi in Sicilia operano sulla carta 3700 poliziotti che con ovvia sottrazione di quello impiegato in compiti sussidiari alla sicurezza, a quelli per le traduzioni e per le scorte, e quelli assenti per la fruizione dei diritti, rimangono al netto appena che 1200 poliziotti penitenziari che nell’arco delle 24 ore si occupano di vigilare sugli oltre 6500 detenuti rinchiusi nelle 23 carceri siciliane... in pratica 460 unità per singolo turno".

Infine, la classifica degli eventi critici conferma che in certe strutture penitenziarie vi è necessità di interventi massicci, tra cui Barcellona Pozzo di Gotto, seguita da Palermo Pagliarelli, Trapani, Siracusa e Agrigento: "È davvero obbligatorio - conclude Veneziano - accendere i riflettori verso la sanità all’interno delle carceri in quanto negli ultimi anni si è registrato un sensibile incremento di detenuti affetti da malattie mentali e psicofisiche che rendono difficoltosa per non dire impossibile la loro permanenza in strutture carcerarie, aumentando i rischi di incolumità ai quali i poliziotti sono sottoposti e obbligati ad operare, per non parlare".

Tra le proposte quella di accelerare un piano di assunzioni di personale straordinario, "perché quello sbandierato contiene solo i numeri per il turn-over, quindi oggi in Sicilia operano sulla carta 3700 poliziotti che con ovvia sottrazione di quello impiegato in compiti sussidiari alla sicurezza, a quelli per le traduzioni e per le scorte, e quelli assenti per la fruizione dei diritti, rimangono al netto appena che 1200 poliziotti penitenziari che nell’arco delle 24 ore si occupano di vigilare sugli oltre 6500 detenuti rinchiusi nelle 23 carceri siciliane... in pratica 460 unità per singolo turno".

Infine, la classifica degli eventi critici conferma che in certe strutture penitenziarie vi è necessità di interventi massicci, tra cui Barcellona Pozzo di Gotto, seguita da Palermo Pagliarelli, Trapani, Siracusa e Agrigento: "È davvero obbligatorio - conclude Veneziano - accendere i riflettori verso la sanità all’interno delle carceri in quanto negli ultimi anni si è registrato un sensibile incremento di detenuti affetti da malattie mentali e psicofisiche che rendono difficoltosa per non dire impossibile la loro permanenza in strutture carcerarie, aumentando i rischi di incolumità ai quali i poliziotti sono sottoposti e obbligati ad operare, per non parlare".

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