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Lavoro: in Sicilia in aumento morti, infortuni e malattie

I dati sugli infortuni e sulle malattie professionali rilevati dall’Inail per il primo bimestre 2019 registrano in Sicilia variazioni negative rispetto allo stesso bimestre del 2018. E’ quanto si apprende dalla lettura di un documento reso noto dal Comitato consultivo provinciale Inail di Palermo.

Nel periodo gennaio-febbraio 2019 le denunce d’infortunio sono state 4.187 contro le 4.127 dello stesso periodo dell’anno precedente. I casi d’infortunio con esito mortale erano stati 5 nel primo bimestre 2018, sono ben 13 nello stesso periodo del 2019. La stessa tendenza si registra a Palermo, dove le denunce d’infortunio passano dalle 894 del primo bimestre 2018 alle 961 del primo bimestre 2019 mentre gli infortuni mortali aumentano da 1 a 6. Da segnalare l’incremento nel territorio regionale delle denunce di malattie professionali per tumore, che dai 9 casi del primo bimestre 2018 passano ai 12 del primo bimestre 2019, e per le malattie del sistema respiratorio, che da 13 diventano 22.

"Da tempo ormai segnaliamo, con materiali di studio e delibere, la necessità di intervenire sui cicli lavorativi e produttivi che stanno trasformando il lavoro in lavoricidio", dichiara Michelangelo Ingrassia, Presidente del Comitato Consultivo Provinciale Inail Palermo, che aggiunge: "ora anche l'Organizzazione Internazionale del Lavoro, nel Rapporto pubblicato il 26 aprile in occasione della Giornata Mondiale per la Salute e la Sicurezza sul Lavoro, evidenzia che stiamo assistendo a profondi cambiamenti nei modi di lavorare e che abbiamo bisogno di strutture per la sicurezza e la salute che riflettano questi cambiamenti; ma è necessario intervenire anche sul fronte delle ispezioni che nel 2018 sono addirittura diminuite rispetto al 2017".

Dall’ultimo Rapporto annuale sull'attività di vigilanza, presentato dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro il 18 aprile scorso a Roma, si apprende che nel 2018 le aziende ispezionate sono state 144.163 mentre nel 2017 erano state 160.347. "Si tratta di un dato drammatico - commenta Ingrassia - perchè il numero delle ispezioni è insignificante in relazione al numero delle aziende che in Italia, secondo i dati Istat, sono circa cinque milioni; tanto è vero che diminuiscono le aziende ispezionate ma aumentano le percentuali di irregolarità riscontrate, che sono passate dal 65% del 2017 al 70% del 2018 mentre le percentuali accertate di lavoratori totalmente in nero sono passate dal 19% del 2017 al 26% del 2018".

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