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Scuola, calano le nascite e si svuotano le aule: in 5 anni perso un alunno su dieci

Meno bambini nascono, più aule scolastiche si svuotano. La natalità è in costante decremento e in una prospettiva che sembra irreversibile. Alle culle vuote corrispondono i banchi vuoti. Si calcola che in cinque anni al primo anno della primaria si sia registrata una perdita di 42mila alunni, l'8%, quasi uno su dieci.

Ad analizzare il fenomeno è uno studio di Tuttoscuola. Il ministro dell'Istruzione Bussetti ha fornito un quadro degli effetti della denatalità: a settembre saranno quasi 70mila in meno gli alunni iscritti al primo anno del settore scelto. La scuola dell'infanzia, che nel 2014-15 accoglieva 1.021.799 bambini, in questo anno scolastico ne ha accolti soltanto 918.299: ha perso 103.500 iscritti, pari ad oltre il 10%. Quasi la metà si è registrata nel Mezzogiorno (51.637 iscritti in meno nel quinquennio) e poco meno di un terzo nelle scuole del Nord.

"Non ci sono territori che si sono salvati da questa onda di magra, anche se al Nord all'inizio del quinquennio si è registra una certa tenuta", spiega Tuttoscuola. Al momento la denatalità sta interessando i primi settori del sistema ma nei prossimi anni si estenderà ai settori scolastici successivi. Al termine del quinquennio considerato la secondaria di I grado ha registrato nel primo anno di scuola poco più di 11 mila alunni in meno (-2%), di cui quasi la metà nelle scuole del Sud. Al termine del quinquennio 2014-18 nel primo anno delle superiori si sono registrati 22.600 studenti iscritti in meno, pari a -3,7%. Più della metà, ancora una volta, nelle regioni del Sud. Secondo uno studio della Fondazione Agnelli, non in tutti i Paesi c'è questo calo della popolazione scolastica. Prendendo come punto di riferimento i dati del 2015 e proiettandosi verso il 2030 si registreranno incrementi nel numero di alunni in Svezia, nel Regno Unito e in Germania, mentre in Francia la popolazione scolastica dovrebbe rimaner costante. In calo non solo l'Italia ma anche la Spagna. "Considerato che per la prima volta in Italia abbiamo un Ministero della famiglia, è legittimo aspettarsi un piano strutturale, condiviso dal Governo, che, affronti in modo sistemico i nodi del problema. Potrebbe essere il piano Marshall della natalità per lo sviluppo del nostro Paese", conclude lo studio. (ANSA).

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