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Diffamò un circolo gay di Perugia, condannato il senatore della Lega Pillon

Il senatore Simone Pillon della Lega

L'avvocato Simone Pillon è responsabile di diffamazione per avere offeso la reputazione del circolo omosessuale Omphalos di Perugia con i commenti, fatti nel 2014 come consigliere nazionale del Forum delle Associazioni familiari, sull'attività dell'associazione tra i giovani e nelle scuole. Il giudice unico del capoluogo umbro lo ha quindi condannato a pagare una multa di 1.500 euro, nonché a risarcire in sede civile lo stesso circolo e un suo attivista, assegnando provvisionali "immediatamente esecutive" di 20 mila euro a Omphalos e 10 mila a Michele Mommi. Subordinando il loro pagamento alla sospensione della pena.

L'avvocato Pillon, ora senatore della Lega e autore del disegno di legge sull'affido condiviso, ha assistito in aula alla lettura della sentenza. Impassibile. "Difendere le famiglie dall'indottrinamento costa caro" ha quindi commentato. "È un primo grado - ha aggiunto -, non una sentenza definitiva. Ci sarà spazio per appello e Cassazione. Se difendere le famiglie che non vogliono che i loro figli siano indottrinati con i gender porta a queste conseguenze credo ci sia un problema serio di libertà d'opinione nel nostro Paese". Alla domanda se rifarebbe le affermazioni al centro del processo, il senatore ha così risposto: "Sì".

Sorrisi e abbracci tra gli attivisti di Omphalos, anche loro in aula con il presidente Stefano Bucaioni. "Giustizia è fatta nei confronti di un personaggio che ha fatto dell'odio per le persone omosessuali e transessuali la sua ragione di battaglia politica", il suo commento. "Utilizzeremo ogni centesimo del risarcimento - ha poi annunciato - per incrementare le iniziative contro il bullismo omofobico nelle scuole". Al centro del processo sono finite le affermazioni fatte da Pillon in tre incontri a Bastia Umbra ed Assisi, San Marino e Ascoli Piceno tra giugno e novembre del 2014. Parole finite poi sul web e che avevano portato alla denuncia da parte di Omphalos.

L'avvocato è stato quindi accusato di avere diffuso "notizie non corrispondenti al vero sull'attività di informazione e prevenzione delle malattie veneree svolta dall'associazione, attribuendole iniziative e messaggi distorti". In particolare sull'opuscolo per i giovani "Lo sapevi che?" "affermava falsamente che fosse un invito ad avere rapporti omosessuali" mentre in realtà - emerge dal capo d'imputazione - aveva "la chiara finalità di prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili". Tra gli addebiti a Pillon di avere sostenuto che l'associazione "avrebbe promosso una 'inculturazione della teoria gender'" ma anche di avere diffuso materiale pornografico.

Pillon è stato poi accusato di diffamazione per per avere additato l'associazione "impegnata in incontri educativi nelle scuole" come "istigatrice all'omosessualità" e di avere formulato "gravi insinuazioni" sulla funzione del Welcome group, descritto invece dall'accusa come "luogo di attività di promozione sociale. E sul web Pillon - emerge sempre dal capo d'imputazione - diceva: "tanta gente non sa cosa sta succedendo. Se non siamo informati non possiamo fermarli". Parole e affermazioni che per il giudice di primo grado di Perugia rappresentano una diffamazione. (ANSA)

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