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Aereo caduto con a bordo l'assessore Tusa e altri 7 italiani: l'Ethiopian Airlines blocca tutti i Boeing 737 Max

Ritrovamenti alle Egadi quando Tusa era Sovrintendente del mare

La prima misura dopo il disastro aereo di ieri in Etiopia che ha causato 157 morti, tra i quali l'assessore regionale e noto archeologo Sebastiano Tusa e altri sette italiani, arriva dalla stessa compagnia: l'Ethiopian Airlines, come ha annunciato su Twitter, ha bloccato tutti gli aerei Boeing 737 Max, cioè quelli dello stesso modello precipitato ieri 6 minuti dopo il decollo causando 157 morti.

"A seguito del tragico incidente del 10 marzo - si legge - Ethiopian Airlines ha deciso di tenere a terra tutti i Boeing 737 Max. Non si conoscono ancora le cause della sciagura - prosegue la nota - e la decisione è presa in via precauzionale.
La compagnia - conclude il comunicato - diffonderà ulteriori informazioni non appena disponibili". Un'indagine adesso dovrà appurare le cause della tragedia. Il velivolo era nuovo, controllato da poco e viaggiava in condizioni meteorologiche buone.

Nulla faceva presagire il disastro: invece il Boeing 737 della Ethiopian Airlines partito da Addis Abeba per Nairobi si è schiantato sei minuti dopo il decollo, uccidendo tutte le 157 persone che erano a bordo, tra cui 8 italiani.

L'aereo della compagna di bandiera etiope, con 149 passeggeri e 8 membri dell'equipaggio, era decollato alle 8.38 locali (le 10.38 italiane) dallo scalo di Addis Abeba, diretto in Kenya. Ma qualcosa è andato subito storto. I radar hanno evidenziato una "velocità verticale instabile" ed effettivamente il comandante ha contattato terra avvertendo che c'era qualcosa che non andava e ottenendo l'autorizzazione al rientro. Purtroppo, senza successo: alle 8.44 il Boeing si è schiantato al suolo, 60 chilometri a sud-est di Addis Abeba. "L'esplosione è stata fortissima e le fiamme si sono propagate con una forza tale che non siamo riusciti ad avvicinarci", ha raccontato un testimone alla Bbc.

Non c'è stato scampo per tutte le persone a bordo, di 35 nazionalità diverse. Otto gli italiani, tra cui l'assessore ai Beni culturali della Regione Sicilia Sebastiano Tusa, che era diretto a Malindi per una conferenza dell'Unesco.

Si ignorano al momento le cause tecniche dell'incidente. Le immagini dal luogo del disastro, un grosso cratere, fanno presupporre che l'impatto abbia praticamente disintegrato l'aereo, lasciando sul terreno piccoli pezzi di rottami, in un'area grande quanto un campo di calcio. In questo scenario potrebbe complicarsi la ricerca delle scatole nere, fondamentali per ricostruire le ultime fasi del volo.

Il velivolo precipitato era un Boeing 737-8 Max, consegnato alla compagnia a metà novembre. La sua ultima manutenzione era stata recente, risaliva al 4 febbraio, ed il comandante era considerato esperto, con oltre 8mila ore di volo all'attivo. C'è però un'analogia con un altro disastro accaduto di recente. Il 737-8 Max è lo stesso modello dell'aereo della compagnia privata indonesiana Lion Air inabissatosi nel Mar di Giava lo scorso ottobre, con 189 persone morte. Anche in quel caso, pochi minuti dopo il decollo, da Giakarta. Ancora oggi non è stata stabilita la causa di quell'incidente, a parte un malfunzionamento ricorrente nei quattro voli precedenti effettuati da quell'aereo, nel sensore della velocità.

L'Ethiopian ha però chiarito che nel suo apparecchio non c'erano anomalie prima della partenza. Allo stesso modo, vari esperti di sicurezza ritengono prematuro confrontare i due incidenti fin quando non si saprà di più su quanto è successo in questa maledetta domenica nei cieli dell'Etiopia.

 

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