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Falcone punta la pistola a Borsellino: lo sfregio sul murales di Milano, individuato l'autore

Foto di Alvise Salerno

MILANO. Sfregiato il murale di Falcone e Borsellino, in corso di Porta Ticinese a Milano. Qualcuno ha disegnato una pistola in mano al giudice ucciso dalla mafia - come si vede in foto - mentre spara in fronte al collega Paolo Borsellino. L'autore è stato individuato e indagato dalla polizia l’uomo, un italiano di 32 anni con precedenti per imbrattamento che, secondo quanto riferisce la Questura, non appartiene all’area antagonista.  Il suo intervento ha suscitato molto scalpore e indignazione, al punto da spingere il sindaco Giuseppe Sala a definirlo un "gesto ignobile».

L'episodio è stato denunciato dallo speaker radiofonico Alvise Salerno che ha pubblicato la foto su Facebook. "Qualche idiota ha deciso di disegnare una pistola rossa sulla mano di Falcone, che spara in fronte a Borsellino - commenta Salerno a corredo della foto -. Un simbolo, un segno di libertà e giustizia, massacrato brutalmente (...).  Milano, l'Italia intera, non può accettare questi gesti. Dietro un gesto, tanto stupido quanto schifoso, si può nascondere qualcosa di ancora più tragico. Falcone e Borsellino, oggi, sono morti una seconda volta".

Qualcun altro indignato ha commentato il gesto scrivendo su un cartello: "L'idiota che sfregia ciò che non comprende".

Il ricordo dei due giudici palermitani uccisi dalla mafia non è nuovo a casi di vandalismo. Un episodio simile è avvenuto qualche mese fa a Serradifalco, in provincia di Caltanissetta, dove il murale che ritrae la famosa foto scattata da Antonio Gentile è stato rovinato da ignoti che hanno oscurato i volti di Falcone e Borsellino.

Nel luglio scorso, pochi giorni prima dell'anniversario della strage di via D'Amelio, a Palermo si sono ripetuti addirittura due atti vandalici contro l'immagine di Falcone in due scuole della cittàIl primo raid allo Zen proprio nella scuola intitolata al magistrato ucciso dalla mafia. A essere sfregiato era stato il busto in onore del giudice. Lo scorso 20 novembre il busto è stato poi restaurato e riposizionato nell'atrio della scuola.  Una seconda incursione, a poche ore di distanza dalla prima, era avvenuta nella scuola Alcide De Gasperi, dove era stato invece bruciato un cartellone con l'immagine del giudice. Tanta l’indignazione della società civile e della autorità politiche nazionali.

 

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