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"Contatti con Isis per attentato in Italia": 22enne egiziana espulsa a Milano

MILANO.  Si era offerta di compiere un attentato suicida in Italia una ragazza egiziana di 22 anni, residente a Milano, che è stata espulsa dopo che sono stati accertati suoi ripetuti contatti con esponenti dell’Isis ai quali aveva chiesto istruzioni per diventare una kamikaze.
Fahmy Fatma Ashraf Shawky, nata nel 1995 a Giza, in Egitto, viveva nel quartiere Gratosoglio, nella periferia sud-ovest del capoluogo lombardo, insieme ai genitori e a tre fratelli minori.

In regola con il permesso di soggiorno, incensurata e disoccupata, negli ultimi 4 anni aveva cambiato abbigliamento e abitudini: dai vestiti occidentali che indossava abitualmente, era passata al niqab, il velo integrale che copre integralmente corpo e viso, completo di guanti neri affinché nessuna parte del corpo rimanesse scoperta. E aveva smesso di avere contatti con l'esterno, a parte una sua vicina di casa, passando tutto il suo tempo su internet dove, in più occasioni, aveva manifestato l'intenzione di recarsi nei territori del Daesh per fornire il suo contributo alla jihad.

I poliziotti della Digos di Milano hanno infatti accertato l'identità della donna in rete, dove era nota come Umm-Jlaybib, e i suoi contatti con un membro dell’Isis, Al Najjar Abdallah Hasanayn, al quale aveva chiesto di facilitare ed organizzare il suo viaggio in Siria attraverso la Turchia. Troppo difficile però arrivare fino a lì, troppe le difficoltà per organizzare il viaggio, e così la ragazza aveva abbandonato l’intenzione di partire e si era resa disponibile a commettere un’azione suicida in Italia, senza però avere risposta dai suoi interlocutori.

Data la gravità delle informazioni acquisite dall’ intelligence e riscontrate dalla Sezione Antiterrorismo della Digos di Milano, il ministro dell’Interno Marco Minniti ha decretato l’espulsione dall’Italia della ragazza, disponendo la perquisizione personale e domiciliare, durante la quale la donna ha confermato l’intenzione di voler raggiungere la Turchia per recarsi poi in Siria.
Più difficile è stato avere conferma sui contatti con esponenti dello Stato Islamico e sui suoi progetti di attentato, dato che la donna in un primo momento si è chiusa in totale mutismo e solo successivamente si è decisa a confermare di avere avuto dei contatti virtuali, dei quali però non ha voluto fornire alcune riferimento preciso.

Sono proseguite quindi le indagini in particolare sul tablet utilizzato dalla ragazza che ha dato conferma delle sue intenzioni: sono state infatti recuperate le chat via Telegram con alcuni operativi dell’Isis in Siria ai quali aveva mostrato la propria disponibilità a compiere un’azione in Italia ed aveva richiesto un parere, non ricevendo però alcuna autorizzazione né tanto meno indicazioni pratiche.

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