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Agguato al boss Calascibetta a Palermo, uomo confessa il delitto

PALERMO. Ci sarebbe una svolta nelle indagini sull'omicidio del boss palermitano Giuseppe Calascibetta, assassinato il 19 settembre del 2011 nel quartiere Oreto, a Palermo.

Un uomo avrebbe confessato alla polizia di aver fatto parte del commando che uccise il capomafia. La Squadra Mobile, guidata da Rodolfo Ruperti, sta cercando di trovare riscontri per verificare la credibilità della fonte.

Ex capo mandamento della cosca di Santa Maria Di Gesù, Calascibetta è stato condannato a dieci anni per la strage in cui fu ucciso il giudice Paolo Borsellino. Il "testimone" avrebbe cominciato a collaborare con gli inquirenti svelando i particolari di un agguato finora irrisolto, e avrebbe indicato una zona in cui ricercare l’arma usata.

Il presunto killer ha precedenti per rapina e si è presentato nei giorni scorsi alla polizia. Su sue indicazioni gli agenti della Squadra Mobile di Palermo hanno setacciato un terreno non distante dal luogo dove fu ucciso lo storico capo del mandamento di Santa Maria di Gesù. Agli inquirenti l'uomo avrebbe detto di sentirsi minacciato e di temere per la sua vita. Il movente del delitto, per anni rimasto irrisolto, e di certa matrice mafiosa, non è mai stato accertato.

Scarcerato nel 2008 fa dopo avere scontato la condanna per la strage Borsellino, Calascibetta era sottoposto alla sorveglianza speciale, una misura che comporta come sanzione accessoria la sospensione della patente. Per questo, per spostarsi, usava una microcar. E nella piccola auto fu trovato morto col volto sfigurato, a pochi metri da casa. I killer gli spararono cinque colpi di pistola in faccia colpendolo all'orecchio. Dopo essere stato scarcerato, secondo gli investigatori, sarebbe tornato a ricoprire un ruolo di spicco nel quartiere di Santa Maria di Gesù, uno dei mandamenti mafiosi "storici" di Palermo.

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