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Il Papa all'udienza generale: no ai cattolici che si sentono perfetti, disprezzano gli altri

CITTA' DEL VATICANO. Come gli scribi che si sentivano scandalizzati dalle parole di perdono e misericordia di Gesù per i peccatori e per gli esclusi, anche oggi ci sono "quelli che si credono perfetti: io penso a tanti cattolici che si credono perfetti e disprezzano gli altri. E' triste questo".

Ha pronunciato queste parole "a braccio", Papa Francesco, nella sua catechesi all'udienza generale, dedicata oggi al "Perdono divino, motore della speranza". "Gesù condivide il dolore umano - ha spiegato il Papa -, e quando lo incrocia, dal suo intimo prorompe quell'atteggiamento che caratterizza il cristianesimo: la misericordia. Gesù prova compassione".

"E' per questo - ha aggiunto - che Gesù spalanca le braccia ai peccatori. Quanta gente perdura anche oggi in una vita sbagliata perché non trova nessuno disponibile a guardarlo o guardarla in modo diverso, con gli occhi, meglio, con il cuore di Dio, cioè con speranza. Gesù invece vede una possibilità di risurrezione anche in chi ha accumulato tante scelte sbagliate". "La Chiesa - ha detto ancora - è un popolo di peccatori che sperimentano la misericordia e il perdono di Dio".

"Pensiamo ai nostri fratelli e sorelle in Nigeria, nella Repubblica Centrafricana, preghiamo per loro", ha quindi detto il Papa, recitando con i fedeli un'Ave Maria.

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