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Minori soli, Sicilia prima regione e in Italia aumentano le bimbe schiave del sesso

Foto Save the children

PALERMO. La Sicilia è la prima regione per numero di arrivi di minori stranieri non accompagnati. Nei porti dell'Isola sono sbarcati 17.177  minori soli su 25.846 totali giunti in Italia. Di questi, circa 7mila sono rimasti nei centri di accoglienza siciliani. Anche sotto questo aspetto, la Sicilia si conferma prima per presenza di minori soli nel proprio territorio.

Il numero di minori stranieri arrivati via mare in Italia è più che raddoppiato nel 2016 rispetto all'anno precedente. Tendenza che sembra riconfermarsi anche nei primi mesi del 2017. Adolescenti giunti in un Paese straniero senza genitori e quindi fortemente a rischio. "Il gruppo dei minori soli è quello più esposto allo sfruttamento e alla tratta di esseri umani". A puntare l'attenzione sui minori stranieri soli è "Save the Children", che in occasione della Giornata Internazionale Contro la Tratta di Esseri Umani ha presentato il rapporto "Piccoli schiavi 2017". La Ong ha rilevato che una vittima di tratta su quattro è minorenne. I minori rappresentano il secondo gruppo, dopo le donne, più numeroso a restarne vittima.

In Italia, nel 2016, le vittime di tratta effettivamente censite e inserite in programmi di protezione sono state complessivamente 1.172, di cui 954 donne e 111 bambini e adolescenti, in gran parte femmine (84%). Quello dello sfruttamento sessuale rappresenta quasi la maggioranza dei casi, con un andamento purtroppo crescente.

Le vittime under 18 sono soprattutto di nazionalità nigeriana (67%) e rumena (8%). Mentre allo stesso tempo - segnala Save the children - nel 2016 il  numero dei minori soli nigeriani giunti via mare in Italia è triplicato (3.040) e si è registrata una presenza crescente di adolescenti e bambine anche di 13 o 14 anni, generalmente reclutate con l'inganno nel loro paese di origine.

"Le ragazze nigeriane - rivela il rapporto - arrivano da contesti molto periferici e rurali. Quasi tutte raccontano di venire da Benin city. Provengono da famiglie molto numerose o da nuclei familiari disgregati o destrutturati, in cui spesso mancano una o entrambe le figure genitoriali. Spesso raccontano di aver abitato in casa di zii o di altri parenti, dove subivano violenze e abusi sin da piccole da parte di conoscenti, vivendo in uno stato di inferiorità rispetto ai componenti della famiglia e venendo infine cedute o vendute ai trafficanti".

Secondo le testimonianze direttamente raccolte da Save the Children, una volta reclutate, "le ragazze fanno un giuramento tramite i riti dello juju o del voodoo, con cui si impegnano a ripagare il proprio debito allo sfruttatore, che si aggira tra 20.000 e 50.000 euro". Si crea così un legame vincolante da cui la vittima difficilmente riesce a liberarsi.

L’attraversamento del Mar Mediterraneo e l’arrivo in Sicilia costituiscono il corridoio principale di transito usato dai trafficanti per trasferire le minori nigeriane in Europa.

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