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Sicilia nella morsa degli incendi
Vertice a Roma: più forze in campo

ROMA. Non cessa l’allarme incendi in Sicilia: stamane presso il Dipartimento della Protezione civile si è svolta una riunione sull'emergenza incendi nell’Isola. Poche ore prima fiamme di 3-4 metri di altezza, avevano colpito Lipari (Messina), e hanno tenuto impegnati i vigili del fuoco per tutta la notte, sfiorando un traliccio dell’alta tensione e riducendo in fumo macchia mediterranea, rovi e sterpaglie.
Continua a bruciare da due giorni a Grammichele, nel catanese, una parte del sito di Kalatimpiati, struttura che si occupa di impianti di trattamento, recupero e valorizzazione dei rifiuti.
Ed è tornata a bruciare la pineta di Chiaramonte Gulfi, nel ragusano: dopo 70 ore il bosco di contrada San Marco è in fiamme, così come la zona di Cassarello. Canadair sono al lavoro da stamattina e i presidi dei Vigili del fuoco del comando provinciale di Ragusa sono stati riattivati, soprattutto a difesa delle aziende zootecniche.
Intanto al vertice sull'emergenza incendi è scaturito un impegno da parte della Sicilia a mettere in campo ogni urgente azione per porre rimedio alle fragilità del sistema regionale chiamato a gestire la lotta agli incendi boschivi, puntando, tra l'altro, a una migliore organizzazione della Sala Operativa Unificata, delle squadre a terra, dei lavori di prevenzione e ad una intensificazione delle comunicazioni con il territorio - Prefetture e Comuni su tutti - per fare in modo che la risposta di contrasto agli incendi sia quanto più immediata possibile.
La Protezione civile si è impegnata dal canto suo a fare un ulteriore sforzo, con le strutture nazionali, nel supportare la Regione per trovare nel più breve tempo possibile una soluzione alla mancanza di mezzi nella flotta regionale. Ciò che manca, infatti, non sono i Canadair, bensì alcune flotte regionali - tra le quali quella siciliana - che negli anni passati erano costituite da elicotteri anche del Corpo Forestale dello Stato messi a disposizione attraverso convenzioni con le Regioni, mezzi che quest’anno, con la riforma e il passaggio di competenze e risorse al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e all’Arma dei Carabinieri, non sono tutti disponibili.

«In Sicilia sono 2 i problemi da risolvere con urgenza: manca una convenzione per potenziare il servizio a terra con almeno 15 squadre aggiuntive di vigili del fuoco e manca una flotta aerea regionale poiché i 4 elicotteri del Corpo forestale che sino all’anno scorso erano dedicati alla Sicilia non ci sono più a seguito della soppressione del Corpo forestale dello Stato dovuta alla legge Madia. Mettano subito in funzione tutti gli elicotteri dell’ex Corpo forestale», sollecita Antonio Brizzi, segretario generale del Conapo, il sindacato autonomo dei vigili del fuoco. «In un periodo in cui c'è una recrudescenza degli incendi, sappiamo che gli agenti del corpo Forestale accorpati nei Vigili del fuoco sono negli uffici con compiti amministrativi se non a fare fotocopie. Tutto ciò è inaccettabile», aggiunge la senatrice M5s Paola Nugnes.
Intanto è stato calcolato che sono 2.500 gli ettari andati in fiamme in Italia negli ultimi 7 giorni. I dati li ha raccolti Effis, il Sistema di Informazione Europeo degli Incendi Boschivi (European Forest Fire Information System), resi noti dal Centro Epson Meteo-Meteo.it. Le regioni più colpite sono la Sicilia, la Calabria e il Lazio; solo oggi sono stati circa 60 gli interventi effettuati nella capitale.

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