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Il fisico nucleare senza assistenza: "Io disabile, lascio la Sicilia"

PALERMO. Fulvio Frisone, il famoso fisico nucleare siciliano con disabilità, ha deciso di lasciare l’Isola. Andare via, “emigrare”, si potrebbe dire. Anche lui, tetraplegico e costretto a vivere su una sedia a rotelle, chiede invano da almeno due anni il servizio di assistenza domiciliare h 24. Una condizione che lo limita tanto nella sua vita quotidiana, quanto nella sua carriera professionale.

Ricercatore all’università di Catania presso il dipartimento di Fisica nucleare, Frisone ha così deciso di lasciare l’Isola: “Qualunque Regione italiana disponibile ad adottare un ricercatore scientifico di Fisica Nucleare messo in difficoltà nel lavoro e nella vita quotidiana dalla propria regione d'origine e appartenenza, la Sicilia, ha l'obbligo morale di contattarmi telefonicamente o per e-mail al fine di valutare la possibilità di lasciare la mia Terra per continuare a vivere dignitosamente”, fa appello.

Come molti altri disabili siciliani, tra cui i fratelli Pellegrino e Giovanni Cupidi, giusto per citare i nomi più noti tra quelli che stanno portando avanti la battaglia per il riconoscimento dei loro diritti, anche l’apprezzato fisico nucleare chiede alla Regione che gli venga riconosciuta l’assistenza domiciliare continua. “Sono ormai anni che mi trovo in difficoltà con la gestione della mia assistenza, per l’altalenante assegnazione dei fondi sempre insufficienti a garantirmi le 24 ore di assistenza, che mi permetta non solo di sopravvivere ma anche di potermi dedicare allo studio della fisica nucleare”.

“Mi stanno uccidendo sia fisicamente che psicologicamente”, si sfoga.

Ad oggi, Frisone deve pagare di tasca propria gli operatori che lo assistono quotidianamente, con la conseguenza che non sempre ha le possibilità economiche per partire e partecipare a importanti convegni internazionali: “Tutti i miei risparmi stanno finendo. Così, non posso partire come altri ricercatori nei congressi senza assistenza. Ho bisogno di due operatori adatti che mi assistano in tutto il viaggio. Ho dovuto rinunciare a due congressi”. Tra cui un importante convegno in Cina in programma dal 24 al 27 aprile. Pubblica la foto su Facebook con grande amarezza.

“Tutto questo mi sta creando un clima di tensione e di stress psicologico, da rendere la mia vita e quella di mia madre un inferno”.

Ad assisterlo, come fin dal suo primo giorno di vita c’è la mamma di 86 anni, Lucia Colletta, conosciuta come la “mamma coraggio”, che ha combattuto mille battaglie accanto al figlio. Due figure emblematiche della lotta ai diritti delle persone con disabilità, raccontate anche nella fiction Rai “Il figlio della luna”, ispirata proprio alla storia di Fulvio Frisone.

“Ho dedicato tutta una vita allo studio teorico della fusione fredda – scrive sul suo profilo Facebook -, ho partecipato a numerosi congressi internazionali, ho ricevuto tanti onori ed altrettanti le ho dati a questa terra e ora mi ritrovo senza la possibilità di concludere quello che ho iniziato tanti anni fa, perché la politica non riesce a dare continuità al mio lavoro ed alla mia vita. Come un castello di sabbia, piano piano tutti i sacrifici di una vita si stanno sgretolando. Io appartengo ad un popolo silenzioso che ha bisogno di risvegliarsi da un lungo sonno”.

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