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Uccide il giovane che investì la moglie, l'avvocato: non ha mai chiesto scusa

Roberta Smargiassi e Fabio Di Lello

ROMA. "Italo D'Elisa, dopo aver ucciso Roberta, nell'incidente, non ha mai chiesto scusa, non ha mostrato segni di pentimento. Anzi, era strafottente con la moto. Dava fastidio al marito di Roberta. Quando lo incontrava, accelerava sotto i suoi occhi". Così, intervistato da Radio Capital, l'avvocato Giovanni Cerella, legale di Fabio Di Lello, il 34enne che ieri pomeriggio davanti ad un bar ha sparato, uccidendolo, Italo D'Elisa, che sette mesi fa investì e uccise sua moglie Roberta.

"D'Elisa - dice l'avvocato - tre mesi dopo l'incidente aveva ottenuto il permesso per poter tornare a guidare la moto, perché gli serviva per andare a lavorare". "Fabio era sotto shock, era depresso per la perdita della moglie, andava molto spesso al cimitero - spiega ancora il legale - pensava giustizia non fosse stata fatta ma incontrandolo non ho mai avuto l'impressione che stesse ipotizzando una vendetta. Sono rimasto sbalordito quando ho saputo. Lui non aveva dimestichezza con le armi".

Infine, sulla tesi difensiva di D'Elisa secondo la quale al momento dell'incidente Roberta Smargiassi avrebbe indossato male il casco Cerella dice:"c'è una perizia che ha fatto piena luce sulle responsabilità".

Gli avvocati sono in attesa delle decisioni della Procura, per conoscere il capo di imputazione, la data e il luogo dove sarà tenuto l'interrogatorio di garanzia. Il magistrato dovrà consegnare in giornata l'incarico dell'autopsia a Pietro Falco, responsabile di medicina legale dell'Asl Lanciano Vasto Chieti.

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