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Giorno della memoria, Mattarella: "Il ricordo aiuti a restare vigili contro il germe del razzismo"

Giornata della memoria, cerimonia al Quirinale

ROMA. «Bisogna Rammentare e onorare - come è bene fare - i tanti giusti, le tanti azioni eroiche non cancella le colpe di chi, anche in Italia, si fece complice dei carnefici per paura, fanatismo o interesse». Sono le parole del presidente Sergio Mattarella parlando al Quirinale durante le celebrazioni per il Giorno della memoria, in corso nel Salone dei Carrozzieri.

Alla cerimonia di commemorazione sono presenti le massime autorità dello Stato: dal presidente del Senato, Pietro Grasso, alla presidente della Camera, Laura Boldrini. Presenti, tra gli altri, diversi ministri e la sindaca di Roma, Virginia Raggi. Ci sono anche i rappresentanti della comunità ebraica. In platea, gli studenti provenienti da alcuni Comuni delle zone colpite dal sisma del Centro Italia.

«Ancora oggi dobbiamo chiederci: com'è possibile che, sotto forme diverse - che vanno dal negazionismo, alla xenofobia, all'antisionismo, a razzismi vecchi e nuovi, al suprematismo, al nazionalismo esasperato, al fanatismo religioso - com'è possibile, ripeto, che ancora oggi si sparga e si propaghi il germe dell'intolleranza, della discriminazione, della violenza?».

«Pensare: "Io non c'ero, non ero ancora nato", non può - aggiunge il capo dello Stato - rendere estraneo al dovere di rispondere alla domanda posta da un fardello così opprimente; non libera la storia presente da una domanda così stringente e carica di angoscia: come fu possibile che nel cuore dell'Europa cristiana, l'Europa culla di civiltà, nella quale erano nati i diritti della persona, i principi di libertà, eguaglianza, fraternità, si infiltrasse un cancro tanto micidiale e distruttivo? Anche per questo dobbiamo esprimere la nostra riconoscenza, profonda e convinta, per quei reduci dei campi di sterminio che ancora oggi ci raccontano e ci tramandano l'indicibile sofferenza patita. Le loro storie e le loro parole ci colpiscono, e ci chiamano, in maniera esigente, all'impegno e alla vigilanza».

«La giornata della Memoria ci impone di ricordare le tante vittime di una stagione lugubre e nefasta. Ma impegna a contrastare, oggi, ogni seme e ogni accenno di derive che ne provochino l'oblio o addirittura la ripetizione. Auschwitz è diventato un monumento contro l'orrore nazista. Ma è, e deve essere, anche la testimonianza consapevole, di quali sciagure sia capace di compiere l'uomo quando abbandona la strada della convivenza e della solidarietà e imbocca la strada dell'odio».

Un monito anche alla comunità culturale: «Intellettuali, filosofi, storici, artisti hanno dibattuto a lungo sulla reale impossibilità di descrivere pienamente, il sistema Auschwitz. Nulla deve fermare la nostra volontà di ricordare, anche se ci provoca tuttora orrore e dolore».

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