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Strage familiare: poliziotto uccide la moglie, le due figlie e si suicida

GENOVA. Un poliziotto di 50 anni ha sparato, uccidendole, alla moglie e alle due figlie di 10 e 14 anni, poi ha telefonato alla polizia confessando il gesto e si è suicidato. Per uccidere l'uomo avrebbe utilizzato la sua pistola d'ordinanza.

La strage poco prima delle 7 di stamane in una casa di Cornigliano, in piazza Conti. L'uomo, Mauro Agrosì, poliziotto da anni passato nei ruoli tecnici del reparto mobile di Bolzaneto, ha lasciato una lettera in cui spiega che la vita ha troppi problemi.

Nella lettera che Agrosì ha lasciato per spiegare il suo gesto estremo, il poliziotto ha scritto di essere alle prese con "problemi insormontabili". Sembra che la moglie e le figlie stessero dormendo quando sono state uccise. Per non fare sentire i colpi di pistola il poliziotto ha coperto l'arma con un cuscino, ottenendo un effetto silenziatore.

L'uomo lavorava nel sesto reparto mobile di Bolzaneto come tecnico dei computer perché da anni aveva scelto, partecipando e superando un concorso, di non rivestire più ruoli operativi. I colleghi del reparto mobile lo descrivono come una persona equilibrata che non aveva mai mostrati atteggiamenti che potessero lasciar presagire quanto ha fatto.

Ai poliziotti del 113 ha detto: «Venite a casa mia, vi lascio la porta aperta, ho ucciso tutti».

La strage familiare di questa mattina ricorda un fatto analogo compiuto nella stessa zona di Cornigliano nel 2003 con protagonista anche allora un poliziotto. Era luglio quando un ispettore di polizia, Saverio Galoppo, 47 anni, uccise con la pistola di ordinanza la moglie, i due figli di 8 e 4 anni e si tolse la vita.

L'uomo era in servizio alla squadra informativa dell'ufficio di gabinetto della questura. La moglie, Assunta, aveva 43 anni. La follia dell'uomo, depresso a causa della separazione dalla moglie e per non poter vivere con i figli, esplose in tarda serata. I vicini di casa udirono diversi spari e, allarmati, chiamarono 113 e 112 che scoprirono la strage.

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