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Naufraga barcone nel Mediterraneo, 42 cadaveri recuperati: centinaia i dispersi

IL CAIRO. Il Mediterraneo continua a riempirsi di cadaveri: si teme un'ecatombe con centinaia di morti dopo l'affondamento avvenuto oggi davanti alle coste egiziane di un barcone che trasportava circa 600 migranti, in maggioranza africani.

Al momento sono 42 i corpi recuperati secondo il sito web Al Ahram. Secondo l'agenzia statale Mena sul barcone erano presenti almeno 600 migranti.  Il portavoce delle forze armate egiziane ha reso noto all'agenzia Mena che «sono 163 i migranti tratti in salvo». Il resto delle persone a bordo sarebbero dispersi.

La procura generale di Damanhour nel Delta del Nilo ha ordinato l'arresto nei confronti di 4 membri dell'equipaggio dell'imbarcazione carica di migranti naufragata ieri davanti alle coste nord egiziane. Lo riferiscono fonti giudiziarie precisando che nei loro confronti è scattata la misura cautelare in carcere per 4 giorni in attesa degli esiti delle indagini.

Un dramma che si ripete mentre i leader mondiali sono riuniti alla 71esima Assemblea generale dell'Onu discutono proprio del dramma delle migrazioni.

Il barcone sovraccarico di africani - tra cui egiziani, sudanesi, somali ed eritrei - era salpato da Kafr el Sheikh, nel Delta del Nilo, ed era diretto verso l'Italia, ha riferito il responsabile dell'ufficio investigazioni criminali di Behaira, Mohamed Kharisa. Ma poi per cause ancora da accertare si è capovolto ed è affondato, lasciando i migranti in balia delle onde.

Le operazioni di soccorso sono state lanciate immediatamente per recuperare il maggior numero di persone e continuano anche in queste ore. Sette migranti salvati sono stati ricoverati in ospedale. Secondo esperti citati dall'Associated Press i contrabbandieri in Egitto usano per lo più navi da pesca vecchie che imbarcano un numero enorme di persone, superando di gran lunga le capacità delle imbarcazioni.

E ciò potrebbe essere una delle cause, ma mancano conferme ufficiali. Meno di due giorni fa il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi in una riunione alle Nazioni Unite a New York aveva sottolineato che il tema dell'immigrazione deve essere posto in cima alle priorità internazionali, aggiungendo che Il Cairo sta aggiornando la sua legislazione per combattere il traffico di esseri umani e frenare il flusso delle persone che entrano illegalmente nel suo Paese. Sisi ha precisato che l'Egitto ospita attualmente cinque milioni di rifugiati di diverse nazionalità.

Di fronte alla 'chiusura" della rotta balcanica, i disperati sono tornati a battere la rotta del Mediterraneo centrale, partendo dalle coste libiche ed egiziane. Secondo i dati Frontex, sono decine di migliaia i migranti che affrontano questa odissea su barconi di fortuna per raggiungere le coste europee. A metà settembre l'agenzia ha reso noto che l'Italia resta sottoposta ad una «pressione migratoria stabile».

Quelli sbarcati nella Penisola ad agosto sono 23mila, un dato simile a quello di agosto 2015. Ad inizio settembre l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) aveva stimato che negli ultimi 12 mesi sono state 4.176 le persone disperse o annegate nel Mediterraneo. In media, 11 tra uomini, donne e bambini hanno perso la vita ogni giorno.

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