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Libero Grassi, 25 anni fa l'omicidio: tutte le iniziative a Palermo e un film per ricordarlo

PALERMO. Sono passati 25 anni da quando il 29 agosto del 1991 la mafia uccideva l'imprenditore Libero Grassi, in seguito alla pubblicazione di una sua lettera sul Giornale di Sicilia in cui scriveva che non avrebbe "mai pagato il pizzo". Fu considerato un “cattivo esempio” per gli altri commercianti. Morì da solo, alle 7.30 del mattino,  senza la solidarietà dei colleghi e abbandonato dalle Istituzioni.

«Volevo avvertire il nostro ignoto estortore - scriveva sulle pagine del nostro quotidiano - di risparmiare le telefonate dal tono minaccioso e le spese per l’acquisto di micce, bombe e proiettili, in quanto non siamo disponibili a dare contributi e ci siamo messi sotto la protezione della polizia. Ho costruito questa fabbrica con le mie mani, lavoro da una vita e non intendo chiudere… Se paghiamo i 50 milioni, torneranno poi alla carica chiedendoci altri soldi, una retta mensile, saremo destinati a chiudere bottega in poco tempo. Per questo abbiamo detto no al “Geometra Anzalone” e diremo no a tutti quelli come lui».

Una presa di posizione "troppo coraggiosa" per alcuni e che costerà a Grassi - oltre alla vita - anche un forte isolamento da parte, per esempio, di Salvatore Cozzo, presidente degli industria di Palermo, che in radio lo accusò di soffrire di manie di persecuzione e chiarì di non essere dalla sua parte.

Dopo la pubblicazione della lettera, i riflettori dei media si poggiarono su di lui e sulla sua azienda tessile (Sigma, ndr); così, l'invio delle forze dell'ordine per proteggere l'imprenditore e la sua famiglia. Una battaglia combattuta da solo. Libero di nome e di fatto, un uomo, un imprenditore, contro la mafia e il racket del pizzo, nel 1991. La sua umile guerra fredda venne fermata da 4 colpi di pistola che lo uccisero mentre lui, come ogni mattina, si recava a piedi al lavoro.

In occasione del XXV anniversario della sua morte, la famiglia dell'imprenditore assassinato da Cosa nostra e Addiopizzo hanno promosso una serie di iniziative in suo ricordo.  "Oggi sarebbe affiancato da molti colleghi che in questi anni, con l'ausilio del movimento antiracket, si sono finalmente liberati da ogni forma di taglieggiamento, oltre che da migliaia di cittadini pronti a sostenere la sua scelta", osserva il Comitato di Addiopizzo che invita i cittadini e le istituzioni a partecipare alla giornata di commemorazione di oggi, che si articolerà in vari appuntamenti, uno dei quali (quello di ieri) dedicato anche alla memoria della vedova di Libero, Pina Maisano Grassi, scomparsa lo scorso giugno.

Tra gli appuntamenti, nell'atrio della Biblioteca Comunale Casa Professa, la proiezione del docufiction "Io sono Libero" (in contemporanea in onda su Rai Uno). Sempre oggi in seconda serata su Canale 5, all'interno di 'Top secret', il documentario 'Libero nel nome' realizzato sei anni fa da Pietro Durante di cui la Taodue ha acquisito i diritti di trasmissione. E sempre la Taodue, come spiega Pietro Valsecchi, sta "ultimando la sceneggiatura del film tv che con la regia di Graziano Diana vedrà Giorgio Tirabassi interpretare il ruolo di Libero Grassi. Questo, dedicato all'imprenditore siciliano sarà uno dei quattro film tv del ciclo 'Liberi sognatori' che, insieme alle storie di altri eroi civili come Renata Fonte, Mario Francese, Emanuela Loi, andrà in onda su Canale 5 nella primavera del 2017".

"Sono due documenti diversi. Quello di Durante è un documentario molto bello, abbiamo lavorato insieme con i giovani di 'Addio Pizzo' che mia madre considerava dei nipoti" dice Alice Grassi. "Chi comincia oggi l'attività imprenditoriale non è costretto a scendere a patti con la mafia. Nella Palermo di 25 anni fa l'80% pagava e questo non piaceva certo a tutti. C'era un accordo, pagare tutti per pagare meno e non bisognava rompere gli equilibri, mio padre li ha rotti" sottolinea Alice Grassi che ha visto 'Io Sono Libero' prima che fosse pronta per la messa in onda. "Il messaggio è corretto, spiega bene come sono andate le cose. A me in generale non piacciono le fiction ma ho trovato molto carina l'idea del giovane giornalista che segue la vicenda e poi ho scoperto che Vassallo è una persona deliziosa, uno che ci crede veramente in quello che fa".

"Anche oggi - aggiunge - la nostra famiglia non ha voglia di protagonismo. Abbiamo detto no per tanti anni ma quando mio figlio che ha vent'anni, mi ha raccontato che i suoi amici di scuola non sapevano nulla del nonno ho capito che alcuni fatti erano diventati storia ed era giusto farli conoscere. Mi auguro che Rai e Mediaset diano questo materiale alle scuole. Dover ricordare sempre persone uccise è molto triste. Dobbiamo imparare a fare qualcosa perchè questa gente per bene non muoia. La cosa fondamentale è avere appoggio e sostegno dai cittadini quando si è vivi. In un paese corrotto non funziona nulla e ci stupiamo che crollino le case con i terremoti".

 

 

 

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