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Morti i tre sub scomparsi a Palinuro, trovati a 45 metri di profondità

SALERNO. Una immersione, come le altre, come le tante che Mauro Cammardella, Silvio Anzola e Mauro Tancredi facevano. Del resto il mare era la loro grande passione. Non solo, per Cammardella e Tancredi era anche il loro lavoro visto che erano rispettivamente titolare-istruttore e aiuto istruttore di un centro diving tra i più noti di Palinuro.

I tre risultano dispersi, da quando si sono immersi, alle 10 di stamattina - facevano parte di un gruppo di 12 persone - in una grotta molto profonda, al largo di Palinuro. I corpi sono stati individuati, sono a 50 metri di profondità.

Ma c'è chi qualche speranza di ritrovarli in vita ancora ce l'ha. È il sindaco di Palinuro-Centola, Carmelo Stanziola: «All'interno della grotta c'è una bolla d'aria nella quale potrebbero essersi rifugiati i tre sub, quindi potrebbero essere ancora vivi». Le ricerche proseguiranno tutta la notte come ha fatto sapere il capo reparto sommozzatori dei Vigili del Fuoco di Viterbo, Paolo De Santis.

Quel che, dunque, ora è certo è l'incredulità di come tutto questo possa essere successo a due sub molto esperti. Mauro Cammardella si immergeva ogni giorno, anche nei periodi freddi. Il suo centro diving, 'Mauro sub', vanta cinque stelle e lui stesso è istruttore Padi, Cmas e Dan: vale a dire l'opposto di uno sprovveduto. Stesso discorso per Mauro Tancredi che nel centro diving era aiuto istruttore. C'era poi Silvio Anzola, originario di Parma ma che da tempo viveva a Milano. L'ingegnere di 59 anni aveva una grande passione per le immersioni.

Pochi giorni fa, lo scorso 16 agosto, era stato lui, insieme al suo amico Cammardella, ad accompagnare la figlia nel suo battesimo subacqueo. Su Facebook le foto di quel momento, di «incredibile felicità». «Può essere successo di tutto», dice sulla banchina del porto di Palinuro chi quei fondali li conosce benissimo. È Fabio Barbieri, 61 anni, genovese, dal 1983 a Palinuro, sub esperto al punto da aver mappato per primo il cunicolo della 'Scalettà nel quale sarebbero rimasti intrappolati i tre sub. Il cunicolo, lungo 16 metri e alto appena un metro e venti, non è per principianti. Oggi, quando è arrivato l'sos, la Capitaneria di Porto gli ha chiesto di immergersi ma, racconta, «l'acqua era torbida, non sono riuscito a vedere nulla».

«Quel cunicolo non è affatto semplice da attraversare - spiega - sia per la strettezza che per il fondo limaccioso. Ai tre sub può essere accaduto di tutto: un inconveniente tecnico, un malore o una fase di affanno». Intanto, sui social network, sono in tanti ad esprimere il dolore, certo, ma soprattutto l'incredulità proprio in virtù dell' esperienza dei sub. E così, sulla pagina Facebook di Cammardella, accanto alle foto postate ieri dalla figlia sulla festa di 18 anni del fratello, c'è chi proprio non si spiega come sia potuto accadere.

«Ma come può succedere, con te solo immersioni in totale sicurezza» scrive Pietro mentre Violetta parla di Mauro Cammardella e Mauro Tancredi come di «due professionisti serissimi e due bravissime persone». Fondali e grotte, quelle a largo di Palinuro, che di morti durante le immersioni in questi anni ne hanno contati parecchi. Nel 1984, il 16 agosto, proprio in quello stesso luogo, le acque della 'Cala fetentè, morirono due giovani speleologi subacquei friulani. Era il 30 giugno 2012 quando, invece, in una immersione, sempre nelle acque di Palinuro, persero la vita quattro sub. Quell' incidente, l' ultimo in ordine di tempo, avvenne nella zona della Grotta del Sangue; in quattro, quel giorno, riuscirono a salvarsi.

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